IL BUONISMO IDIOTA

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Una delle più pericolose e gravi malattie del secolo è il buonismo idiota.

TRA SERIO E FACETO

Una delle più pericolose e gravi malattie del secolo è il buonismo idiota. Quello che, per far vedere al prossimo di essere “ più buoni, comprensivi, tolleranti “ nella speranza di attirare i consensi e la gratitudine di figli, parenti, amici e persino del pubblico, crea disastri collettivi, degenarazioni con risvolti patologici e ipocrite illusioni.

Ricordo la barzelletta che circolava quando ero bambina: Pierino piagnucolava con la mamma “ a scuola mi dicono che ho la testa quadra ..” a quel punto si mimava il gesto della madre che accarezzava la testa del figlio formando con la mano tre lati con due angoli a 90° dicendo contemporaneamente “ ma no, figliolo, ma no ..”. Ecco, noi siamo a questo punto, anzi, lo abbiamo pure superato. Aggiornare all’oggi la freddura comporterebbe modificare il solo verbale della madre in “ come si permettono? Adesso li sistemo io quelle teste di c***o, io li denuncio li distruggo li faccio buttar fuori, che tu sei il più intelligente e brillante della classe !! “.

E’ di oggi la notizia sui quotidiani di una ragazza che si lamenta di essere scartata dopo ogni colloquio in fase di selezione del personale “solo” perché, a 26 anni e con un peso di 140 Kg nonché conseguenti patologie – ricoveri e annessi e connessi, è troppo grassa. Solooooo????

E il suo papà, ma anche il giornalista di Repubblica che “grida” allo scandalo, denuncia la “ grave discriminazione a cui sono sottoposti gli obesi”. Questo è buonismo idiota.
Lo scandalo, semmai, è che la ragazza non si sia ancora sottoposta alle dovute cure, anche drastiche e chirurgiche in caso, che esistono e sono praticate da decenni a pazienti determinati e convinti di voler risolvere una volta per tutte la loro obesità.
Non può essere chiamata discriminazione scandalosa la scelta del tutto ovvia e legittima di un datore di lavoro di assumere solo personale almeno potenzialmente efficiente, sano, in grado di garantire, salvo eccezioni, la continuità di presenza al lavoro, un regolare svolgimento delle funzioni previste dal ruolo ed un equilibrio psichico parimenti idoneo alle mansioni lavorative quotidiane e alla collaborazione con il resto dello staff aziendale.

Idioti e ipocriti, creare illusioni e non far comprendere questo alla ragazza non è “ essere buoni con lei”, è farle del male, molto male.
E che diamine, un’azienda non può né deve essere un centro di beneficenza, i dipendenti costano e devono quindi rendere, almeno potenzialmente, quanto previsto da contratto ( parlo di costo orario conglobato retribuzione lorda – tfr – contributi vari – indennità previste e tassazione a carico del datore di lavoro). Tu stessa, figliola, dici che ti ritrovi ad essere ricoverata spesso, che non riesci a seguire una dieta efficace, che hai varie disfunzioni dell’organismo che non sei ancora riuscita a curare .. come si fa, ragionevolmente ed obiettivamente, ad assumerti?
Ragioni questo padre, invece di “ andare a protestare ogni volta col selezionatore” (così riferisce l’articolo), la porti in un centro ospedaliero specializzato, la aiuti a curarsi e non le porti di nascosto il panzerotto o la brioche per consolarla. La renda invece consapevole della vera sola e unica priorità: curarsi sotto rigido e intransigente controllo medico per dimagrire, costi quel che costi.
Richiede sacrificio enorme, certo, ma poi sarà ricompensata. Porti a sua figlia l’esempio dei tanti stupendi ragazzi che hanno partecipato alle Paralimpiadi: determinazione, sacrificio e forza d’animo ti aiutano a superare ogni disgrazia, dirti “ poverina” e illuderti che il mondo “ sia cattivo” e debba – possa cambiare per evitarti fatiche e dure lezioni da superare è persino malvagio, è condannarti all’infelicità per sempre.

Quando ci decideremo a comprendere che far del bene veramente è, spesso, aprire gli occhi e la mente e l’animo del prossimo alla consapevolezza? Anche a costo di “ perdere popolarità”, anche se viene spontanea la tenerezza verso i figli, non si può per questo continuare ad essere diseducativi o non educativi perché, in tal caso, non si forniscono ai figli gli strumenti basilari indispensabili per guadagnarsi, con correttezza e merito, il rispetto degli altri nella vita. Fermezza, autorevolezza ed empatia possono, anzi dovrebbero sempre, essere utilizzate insieme.
Tollerare per abitudine, lassez faire lassez passer come standard, sta portando enormi fette della nostra Società a dare sempre ragione a chi urla più forte o a chi si autoproclama con veemenza depositario unico della verità assoluta. Una degenarazione delle facoltà intellettive e culturali, una pericolosa mancanza di lucidità, oggettività e rispetto – comprensione dei ruoli ed esigenze altrui che, di questo passo, porteranno alla supremazia dell’ignoranza, della violenza, dell’arroganza per affermazione dei propri individuali presunti diritti ( ovvio senza doveri) e, in definitiva, allo scontro finale tutti contro tutti.
Nessun vincitore, solo vinti se ciò che stiamo creando, per buonismo idiota, è un mondo di illusi non consapevoli che per rabbia e frustrazione diventano schiavi sostenitori di un disastro barbarico. Ricordiamoci che i Barbari, un tempo, portarono al più storico e drammatico dei decadimenti, il Medio Evo. Ma questo ricordo probabilmente non sovviene né alle tante mamme né ai papà di Pierino, loro spesso mettono i paraocchi per non guardare né avanti né indietro e neppure di lato. Non si sa mai, potrebbero correre il rischio di dover fare qualcosa di faticoso come pensare e vedere oltre i 4 cm del loro naso.

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Profilo Autore

Rossana Rossi

Una creativa a tutto campo, con solido background professionale in area marketing e comunicazione, brand & image building. Dal 1985 si occupa di marketing e comunicazione integrata Media -PR -Ufficio Stampa, dirigendo e coordinando al contempo, in qualità di Direttore Operativo, anche i reparti creativi e produzione in Agenzia. Gestisce e pianifica personalmente le iniziative delle aziende clienti dei settori arredamento, moda, food&beverage e cosmesi, dalla piccola-media impresa al grande gruppo multinazionale. Nel 2005 inizia la sua attività in proprio con una formula singolare, scegliendo di lavorare come una “house agency” per poche selezionate aziende e solo a progetti che ritiene professionalmente condivisibili. Nel 2009 le viene affidato l’incarico di un progetto integrale di creazione e lancio di un nuovo brand di accessori e complementi d’arredo. Da allora affianca alla propria usuale attività il ruolo di consulente Marketing & Creative Director.Nel 2013, per puro divertissement, idea e sviluppa , in collaborazione col designer Giampietro Tonetti , il progetto ITWEET – The Expressive Design.

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