Buon primo giorno d’estate

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Buon primo giorno d’estate. Si cresce, si invecchia, ma non bisogna mai smettere di credere alle favole.

di Marco Proietti Mancini

Hanno già mietuto il grano e insieme al grano hanno falciato via le teste rosse dei papaveri, adesso quel che rimane sono solo grossi rotoli che presto si faranno scuri di pioggia, quelli che per far ridere i miei figli chiamavo la carta igienica dei giganti.
L’ho fatto ancora, anche se adesso i miei figli mi dicono “papà, non fai ridere.”
Perché i figli crescono, loro sì, invecchiano, loro. Non credono più che la pioggia sia la pipì degli angeli, i rotoli di fieno siano carta gienica per giganti e le balle invece i loro fazzoletti.
I figli non viaggiano più con noi, crescono e vanno avanti da soli, noi rimaniamo a guidare le nostre macchine in viaggi che non abbiamo voglia di fare, nel silenzio di vecchie canzoni che trasmettono alla radio, l’aria fredda che esce dal climatizzatore a farci credere che si possa vincere sulle stagioni.

Noi rimaniamo a viaggiare soli, bambini incastrati in vestiti di pelle che si fa stinta e logora, consumata da rughe che non riconosciamo come nostre. RImaniamo qui, anche se ci spostiamo veloci, gli occhi mascherati da lenti scure che nascondono tutto, anche le lacrime di nostalgia. Per certi viaggi. Per figli bambini.
Viaggiamo ancora e continuiamo a dirlo a noi stessi “Vedi? Guarda guarda, c’è la carta igienica dei giganti”. Viaggiamo ancora, per fuggire via alla paura della noia, di rimanere soli, aspettando che i nostri figli abbiano voglia di tornare da noi a raccontarci, a riportarci indietro, le stesse favole che noi abbiamo inventato per loro.

Buongiorno, padri, figli e perché no? Anche nipoti. Buon primo giorno d’estate. Si cresce, si invecchia, ma non bisogna mai smettere di credere alle favole.

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