Educare alla cittadinanza europea

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Educare alla cittadinanza europea.  Un’iniziativa di Toponomastica femminile al Campus-Fnism

di Pina Arena

 

Ci sono progetti speciali, che andrebbero adottati e imitati su ampia scala, o studiati e condivisi da chi pensa che la scuola sia il primo luogo di formazione civica di giovani che guideranno la città ed il mondo. Progetti che costituiscono un modello di formazione virtuosa, capace di innescare veri cambiamenti, perché arrivano dove tutti vorrebbero arrivare e rispondono alle domande che tutti ci poniamo. Qualcuno le chiama “buone prassi per la cittadinanza attiva ed europea”. Una di queste si è appena conclusa in Calabria, con il Campus Europeo “The youth Council to grow up together”, per la XIV edizione del Premio internazionale lanciato dalla Fnism (Federazione Nazionale degli Insegnanti) e dalla fondazione “Marco e Alberto Ippolito”, con la regia sapiente di Leonardo Pangallo e Natina Cristiano, in collaborazione con la Consulta giovanile del Comune di Villa San Giovanni.

Cinque giornate di incontri e confronto tra studenti, docenti e dirigenti di nove Paesi Europei – Svezia, Grecia, Germania, europa-giovaniPortogallo, Repubblica Ceca, Bulgaria, Romania, Italia, Polonia – su un tema complesso: la partecipazione dei giovani europei alla vita democratica ed il loro contributo all’Europa che vorrebbero. La lingua di lavoro è l’inglese, ma è naturale che il Campus si colori anche di un miscuglio di tutte le lingue di origine dei partecipanti.
La partecipazione al Campus-Fnism si conquista: i lavori presentati sono Il frutto del lavoro annuale condotto dalle quindici scuole europee partecipanti, in diversi ambiti – fotografico, narrativo, poetico, video-multimediale, di saggistica socio-politica – e che, qui, alla fine delle cinque giornate confluiscono nella redazione condivisa di un Documento per una Consulta Europea dei Giovani e delle Giovani che arriverà a Strasburgo, per mano di Silvano Marseglia.
Il Documento Comunitario è un piccolo capolavoro di politica nuova, genuina e giovane. Propone la creazione di un organismo, The European Youth Council, ne definisce in dieci punti caratteristiche e funzioni: sarà elettivo e costituito da giovani dell’UE tra i 15 ed i 30 anni, avrà anche radicamento nei territori di origine, nelle consulte comunali giovanili , proporrà azioni comuni, prima fra tutte “the introduction of a particular subject in European schools that could teach how to manage honest policy and above all that could them know how European Institutions work”, nella certezza che per fare consapevolmente bisogna prima conoscere.

Non solo occasione di confronto tra giovani , donne e uomini del mondo della scuola europea, il Campus è anche opportunità d’incontro con personalità eccellenti- don Antonio Mazzi, l’economista Bruna Ingraeuropa-avanzao, l’astronoma Sandra Savaglio, la direttrice delle Belles Lettres, Caroline Noirot, il Presidente Europeo dell’AEDE, Silvano Marseglia- che hanno raccontato esperienze di vita e di lavoro ordinarie e insieme straordinarie , perché siano di esempio e d’incoraggiamento alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi “stretti – come dice la studente Marianna- in un mondo che ha perso contorni ma non si è aperto, sembra inseguire la Pace, ma è pilotato dalla prepotenza della finanza, in cui i giovani guardano le Istituzioni con rabbia, disapprovazione o con senso di lontananza e sfiducia”. Questo è lo spirito che emerge dalle conversazioni, dai gruppi di lavoro, e tutti lo condividono.

Quello che colpisce di più, in queste giornate vissute insieme, è proprio la comunanza di sentimenti e intenti: questi giovani che dicono di avere pensato, prima di queste giornate, l’Europa come astrazione, ora si trovano già a parlare la stessa lingua e scoprono di avere, pur nelle differenze, comuni paure, bisogni e speranze, lo stesso desiderio di buonissima scuola e di politica perbene. Emoziona vedere ragazze e ragazzi greci, tedeschi, bulgari o svedesi raccontare la stessa percezione preoccupata del mondo che li attende.
Chiedono reale sovranità dei popoli, soluzioni democratiche alle tensioni internazionali, politiche solidali e libere dalla prepotenza delle finanze e da egoistici interessi nazionalistici, circolazione libera, comunicazione trasparente, informazione onesta.
Diventa allora chiaro che le nostre e i nostri giovani sono già una comunità, nell’anima. La parola che più ritorna nei loro discorsi è together. Le altre: lavoro, integrazione, ecologia, onestà, partecipazione, libertà, equità, pari opportunità.
Il loro rigore ed il loro impegno convincono e noi donne e uomini adulti sappiamo che faranno e non si fermeranno. Verrebbe da dire ”Loro sono già europei, e se ci sono gli europei si farà l’Europa”.

Il Campal lavorous è anche altro. È viaggio nella bellezza artistica e naturale della Calabria che si affranca dalla criminalità: e vuole risposte di sviluppo e democrazia, da rinnovare attraverso la parola dei e delle giovani e della scuola. Ci sono le acque trasparenti di Scilla ed i vicoli lindi di Roccella., i Bronzi di Riace e le opere di Fontana, Ligabue , Cascella e Fiume espropriate alla mafia ed esposte al Museo della Cultura di Reggio Calabri. Così, il Sud, percorso con la guida della sua più bella gioventù, si presenta diverso agli occhi dell’Europa e si affranca da stereotipi che lo vogliono terra di malaffare e brutture.
In un contesto così colto e aperto alla speranza di futuro, non può non avere voce la prospettiva di genere: originale ed unico, e per questo pluripremiato, il contributo del “Vaccarini”, coerente con un percorso di attenzione alla differenza e alle pari opportunità che l’Istituto porta avanti da più di un decennio. Partendo da una revisione dello Statuto della Consulta giovanile del Comune di Catania, le ragazze e i ragazzi propongono un linguaggio attento alla differenza di genere, sollecitano attenzione all’inclusione e alla parità, vogliono modalità di comunicazione trasparente e condivisa, danno evidenza alla necessità di condividere progetti concreti nelle scuole e ne rilanciano uno, di cui il “Vaccarini” è stato fin dall’inizio portabandiera: “Un Giardino delle Giuste e dei Giusti in ogni scuola” di Toponomastica femminile e Fnism, per valorizzare insieme modelli di impegno verso un mondo più equo e giusto.
L’idea piace e potrà costituire il nuovo terreno di lavoro per il prossimo Campus, nella certezza che è la nuova generazione il vero futuro dell’Europa: altrove lo ripetono in tanti – politici , formatori – anche con retorica abusata, ma qui, al Campus-Fnism, la nuova generazione è anche il presente dell’Europa. E senza retorica.

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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