Sulle tracce della parità per un riequilibrio della toponomastica

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Da un attento esame della toponomastica nazionale ad opera dell’Associazione Toponomastica femminile è emerso che le strade hanno in prevalenza una denominazione maschile

I nomi delle strade e delle piazze contribuiscono a creare la cultura di un popolo, definendone le figure storiche degne di memoria. Ma se tali figure sono quasi sempre maschili, quali le conseguenze?

Bambine e ragazze, oggi, diversamente dai loro coetanei maschi, difficilmente possono identificarsi con donne di spessore storico, politico, artistico e culturale nei loro percorsi quotidiani, dove incontrano quasi esclusivamente riferimenti maschili.

Ogni intervento che modifichi la percezione di una trascurabile presenza delle donne nella società contribuisce a contrastare il preoccupante fenomeno della violenza contro le donne, che affonda le sue radici in una cultura che trascura il valore dell’elemento femminile.

La toponomastica rappresenta un importante strumento di valorizzazione e può offrire il proprio contributo a superare modelli culturali stereotipati e conformisti, favorendo una cultura non discriminante nei confronti delle donne. Promuovere figure femminili di rilievo significa portare un valore aggiunto al miglioramento della società e della cultura.

Da un attento esame della toponomastica nazionale ad opera dell’Associazione Toponomastica femminile è emerso che le strade hanno in prevalenza una denominazione maschile. Torino non differisce dal quadro nazionale, su un totale di 2235 strade/piazze ecc. 1054 sono intitolate a uomini e 65 a donne, di cui molte sono sante o madonne.

Occorre ripensare alla toponomastica cittadina in modo da riequilibrare i rapporti di genere rispecchiando il contributo che l’azione femminile ha fornito alla società. Tale iniziativa potrebbe rappresentare una nuova e importante prospettiva dell’azione amministrativa, soprattutto se il procedimento di assegnazione di un odonimo fosse accompagnata da un vero e proprio percorso culturale che si snodasse attraverso iniziative rivolte alle scuole, ai cittadini e alle cittadine, come manifestazioni e convegni culturali locali che abbiano come oggetto l’approfondimento delle figure femminili da ricordare.

Impegnarsi a dedicare le prossime strade a donne, secondo la nostra opinione, concorre a modificare l’immaginario collettivo, lavorando sui simboli e restituendo visibilità culturale all’elemento femminile, troppo spesso occultato dalla storia.

Chiediamo a tal fine di:

  • inserire nel Regolamento per la toponomastica, fra le sue finalità, il principio del riequilibrio di genere nella scelta degli odonimi;
  • far precedere l’assegnazione dell’odonimo da un dibattito nelle municipalità interessate favorendo la partecipazione al procedimento amministrativo di cittadini, enti ed associazioni;
  • promuovere anche nelle scuole la riflessione in oggetto, per esempio attraverso l’indizione di concorsi di idee tra studenti che si potranno confrontare sulle scelte di nomi femminili da assegnare agli spazi e ai luoghi della città.

Se sei d’accordo, firma la petizione

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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