Tango che passione

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In tutti i luoghi del mondo dove si balla il tango l’atmosfera è sempre la stessa, esiste un codice magico che avvolge la sala in cui ci si avvicina al mondo delle emozioni.

Tangolac-La milonga du samedi à Genève, Ritz Tango café-Chicago, Zero Hour-tango club at The Dome-London, Le divan-Paris, El milongon-Bari,Proscenium-Pisa, Elettrotango-Roma…

E’ il mondo che ti appartiene ovunque tu sia, ti informi e sai sempre dove si balla la notte e lì che troverai l’abbraccio di un momento , il ritorno ai movimenti sperimentali che ti appartengono sempre di più, gli avvitamenti che ti portano a posizioni sempre diverse ed audaci.

L’ingresso alla milonga è un momento emozionante , in genere in luoghi piccoli e difficili da trovare, ma sicuramente di intenso calore, con sguardi vivi in spazi semilluminati, tavoli con piccole candele e sedie sottili, lo spazio è tutto per ballare.

La musica di Juan d’Arienzo è già battente , il tonfo del ritmo si fa sentire, le scarpe sono perfette al piede, l’attesa dell’invito è un tutt’uno con lo sguardo  di una mirada.

L’ansia dello sconosciuto che si avvicina, l’assenza che diventa abbraccio e si trasforma in movimento, il piacere di ballare e lasciarsi guidare dal corpo …..la milonga gira in  senso antiorario come le sensazioni del tango nell’unicità che in quel momento sei capace di sentire.

Tutti possiamo avere un esperienza emotiva, ma forse solo il tango è paragonabile ad un incontro al buio, con un contatto di corpi e una carica emozionale così immediata .

Paura delle emozioni? … non entrare nel mondo del tango.

Non riesci trattenere il silenzio, a chiudere gli occhi per lasciati andare con il corpo morbido alla rotazione e alla perfezione del movimento che copia, al pari di uno schema geometrico, la forma del partner per sentire l’armonia e percepire il piacere dell’esplorazione della bellezza di una figura rigorosamente armonica?

Un boleo rude e veloce, che slancia la gamba e ti sposta indietro con la velocità di un fulmine, è come una frustata….forse non sei ancora pronto per tutto questo?

Allora, pensa solo che la melodia e l’ascolto potranno condurti lentamente nella laguna del tango, nella dissociazione del corpo che diventa flessibile, e solo allora sentirai che il tuo pivot ha mosso quei muscoli della gamba forse, mai ancora sentiti, il tuo flusso di energia ha completamente pervaso il corpo come una linfa che attiva ogni sua parte.

Questa leggerezza, che consente di creare un canale di emozioni , è la perfezione di un’ armonia conseguita dopo lunghi esercizi per acquisire la gamba senza peso, il braccio morbido che è in opposizione , il movimento del piede ottenuto usando i muscoli dorsali.

Ancora lì, pervaso dal calore della milonga, ti accorgi di un altro sguardo, un corpo che ti avvicina uno sguardo che ti capta per un altro giro di emozioni, al ritmo elettonico e ti rende arte, il movimento ritmico e rapido che in un ganchos ti inserisce la gamba all’improvviso e, con la stessa rapidità, la ritira…un’astrazione di erotismo.

Preso dal vortice del comportamento istintuale hai acquisito questi movimenti perfetti, che tutto sono fuorchè casuali, perfetta geometria applicata alla mente…insomma sei unico!

Non dimenticare che il tango nasce in Argentina per consolare gli orilleros (uomini ai margini) , gli uomini che dopo le guerre di confine con il Paraguay non riuscivano ad integrarsi nella società per il loro rozzo stile di vita. Si trattava di gente di azione e, quando si riunivano, amavano danzare, così nacque il canyengue nel 1890, con una danza dura e aggressiva.

L’evoluzione del canyengue si compone di passi che, in seguito, sarebbero diventati i primi fondamenti del tango: ochos, sentadas, corridas, cortes e arrastres (passi strascicati). Le ripetizioni di queste fasi sono condite con un aroma allegro e piccante e lo si vede nell’andatura impettita da galletto del pollaio dell’uomo, o dai semicerchi tracciati tenendo il piede allungato (adornos). Questa verve fa evaporare gli stereotipi del tango, come la tristezza e un’emblematica depressione.

Così, uscendo dalla milonga, si parla  di incontri, si esce dal teatro dove si è ritrovata quella parte di piacere rimossa durante le attività imposte dai ruoli e si è ricostituita la creatività  che permette alla mente umana di recuperare un illusorio luogo di relazioni.

Le motivazioni che portano al tango sono, solo ad uno sguardo di superficie, quelle di una danza di coppia, ma in realtà, nascondono malcelatamente una ricerca profonda di intimità.

Spesso gli adepti ballerini sono maldestri comunicatori, uomini di scienze matematiche, psicologiche, personalità la cui mente richiede qualcosa in più, sensazioni che non possono essere acquisite nei rapporti sociali convenzionali o per il lavoro che si svolge.

La dipendenza da questo benessere transitorio porta ad una crescita interiore e ad un attaccamento a momenti di piacere che ci riportano lentamente a riacquisire la sensibilità all’ascolto, per ricerca dell’altro nei ruoli di uomo e donna , con un individuazione sempre più chiara dei nostri bisogni e della nostra capacità di soddisfarli.

Il tango della passione!…..ma, forse iniziamo solo a conoscerci un pò meglio, per riservare la passione ad una scelta esclusiva , che prevede anche l’implementazione di emozioni rubate in  una milonga.Perchè non imparare anche a sorridere  per strada per regalarci un attimo di felicità, senza nulla a pretendere?

Dopo questo articolo, mi propongo la compilazione di un questionario per i tangheros, con quesiti sulla vita di relazione, lavorativa, culturale e sessuale  per indagare cosa c’è dentro quella laguna di emozioni nascoste di una milonga.

mpsimeonepicMaria Paola Simeone ginecologa, sessuologo clinico, ha creato il primo servizio pubblico di sessuologia in italia, nella Asl a Bari, per la prevenzione della violenza, per accompagnare le donne nei riti di passaggio della vita dall’adolescenza alla menopausa; lavora nelle scuole per i corsi sull’affettività e sessualità e per la consapevolezza nella comunicazione virtuale; si occupa di adolescenza, menopausa, problemi di coppia, di identità di genere, di dolore pelvico.
E’ membro della FISS (Federazione di sessuologia) e dell’EFS (Società Europea di Sessuologia) e dell’ESSM (Società di Sexual Medicine).
Partecipa ai convegni internazionali e alla ricerca in ginecologia e sessuologia. Autrice del libro ”l‘intimità perduta, oltre la sessualità alla ricerca dell’eros” Europa edizioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Profilo Autore

MARIA PAOLA SIMEONE

Maria Paola Simeone - ginecologa, sessuologa, ha creato una proposta di modello organizzativo per un Servizio di sessuologia per la prevenzione della violenza. Lavora presso il Consultorio Familiare nella Asl a Bari; si occupa di: adolescenza, menopausa, problemi di coppia, di identità di genere, di dolore pelvico.  Nelle scuole ha attivato corsi sull’affettività, sulla sessualità, per la consapevolezza nella comunicazione virtuale e per la diagnosi precoce dell'endometriosi. E' docente all'Università IULM al Master sulla Comunicazione in Ginecologia organizzato dall'AOGOI.  E’ membro della FISS (Federazione di sessuologia), dell'EFS (Società Europea di Sessuologia) e dell'ESSM (Società di Sexual Medicine). Partecipa ai convegni internazionali e alla ricerca in ginecologia e sessuologia. Autrice del libro ”l‘intimità perduta, oltre la sessualità alla ricerca dell'eros" Europa edizioni 2014 Nel 2017 nomina quadriennale "Comité d’experts en prévention et en promotion de la santé " Sante Publique -France

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