Belle all’Università

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Il caso dell’ elezione di Miss Università a Roma ha sollevato molte questioni che hanno coinvolto il Rettore della prestigiosa università  Eugenio Gaudio. A queste risponde la deputata Giovanna Martelli.

”Nel 1951 Luchino Visconti girava Bellissima, il capolavoro con Anna Magnani. Più di 60 anni fa il film, tratto da un soggetto di Cesare Zavattini, uno dei massimi esponenti del neo realismo, ritraeva donne e in particolare mamme che vedevano in un concorso di bellezza per bambine un canale importante, se non l’unica possibilità, per “ascendere socialmente” ed acquisire quindi un riconoscimento nella sfera pubblica.

Nel 2015, precisamente l’8 maggio scorso, si è svolto il Concorso di Miss Università 2015, al BillionS di Roma, alla presenza del Magnifico Rettore Eugenio Gaudio. Un concorso per eleggere Miss Matricola, Miss Cervello, Miss 30 e lode, Miss Ateneo e via ancora di Miss in Miss, con un misto di riconoscimento al merito – la media più alta e il numero di esami conseguiti – ma con un criterio al di sopra di ogni altro: l’aspetto fisico delle studentesse.

Viene da chiedersi: cosa è cambiato in questi anni?

Oggi siamo in un periodo di transizione ovvero un tempo storico di ricostruzione dopo il ventennio liberista e berlusconiano che può renderci difficile comprendere fino in fondo il peso di un evento come Miss Università 2015. In questo evento il Rettore di una delle principali università italiane, colui che ha la responsabilità della formazione delle ragazze, veste i panni del presidente di giuria di una gara di bellezza insieme ad un chirurgo plastico.

Questa gara di bellezza prevede quindi una concezione del bello che non si ispira alla normalità quotidiana ma piuttosto alla perfezione costruita dalla tecnica, tralasciando del tutto la dimensione ben più ampia e complessa dell’umanità.

Ecco il punto della vicenda: in un momento di grande progresso tecnologico e di conquiste importanti per i diritti di tutti, affiorano, paradossalmente, delle rappresentazioni arretrate e semplicistiche dell’umanità stessa, che minano le priorità della formazione alla complessità intesa come il legame tra l’unità e la molteplicità.

Allora la gravità del concorso di bellezza presieduto dal Rettore sta nel fatto che chi dirige una sede universitaria di tale prestigio e che ha la missione della formazione delle classi dirigenti del domani presieda una “prova” che ci conduce ad un conformismo cognitivo e ad un imprinting culturale pericoloso in cui il possibile “ascensore sociale” dell’oggi è tale e quale a quello degli anni ’50/60.

L’unica possibilità di superamento è affidata alla realizzazione di percorsi che ci riconoscere per quanto siamo.

È quanto è stato previsto in un emendamento a mia firma approvato nella “buona scuola”, che nel passaggio al Senato mi auguro venga ulteriormente rafforzato con la prospettiva di introdurre percorsi analoghi nelle Università (ora è previsto per le scuole di ogni ordine e grado fino alla secondaria superiore). L’emendamento prevede che il piano triennale dell’offerta formativa assicuri l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo l’educazione alla parità di tra i sessi la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni. Si tratta di un passo che va nella direzione auspicata, quella di fornire alle giovani generazioni modelli educativi fondati sul riconoscimento e la tutela delle differenze, a favore di una (auto) rappresentazione priva di stereotipi.

Concludo con una domanda: in questa vicenda dove sono le voci delle professoresse? Questo silenzio ancora una volta ci ricorda quanto la teoria e le aspirazioni siano lontane dalla realtà con la quale siamo chiamati a misurarci.

Giovanna Martelli, Deputata

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3 commenti

  1. D’accordo su tutto. Resto solo perplessa dall’ultima domanda. Le professoresse e quante ricoprono un ruolo nelle università si stanno muovendo da tempo. Tanto che il 17 aprile, proprio all’Università La Sapienza di Roma si è tenuto un convegno dal titolo “Persone, mercati, regole: un’analisi plurale delle politiche del lavoro in Italia e in Europa” organizzato da Altra Velocità, associazione delle giuslavoriste italiane, che raccoglie docente da Torino a Napoli, da Brescia a Bari, da Udine a Foggia (una cinquantina in tutto). E proprio da queste e professoresse di altre discipline di diverse università italiane è partita un’ondata di protesta e una raccolta firme su change.org che ha superato quota 22mila firme.
    https://www.change.org/p/la-bellezza-all-universit%C3%A0-non-deve-contare-eugenio-gaudio-dimettiti-gaudiodimettiti?recruiter=161243829&utm_campaign=signature_receipt&utm_medium=email&utm_source=share_petition
    Allora non giriamo la frittata come al solito e puntiamo all’obiettivo: il rettore ha sbagliato e come figura di riferimento degli studenti deve dimettersi. Non andiamo a cercare colpe altrove, dove peraltro non ci sono neanche appigli per farlo, per favore.
    P.s. dell’iniziativa delle professoresse hanno parlato anche i giornali nei giorni immediatamente successivi: http://www.repubblica.it/scuola/2015/05/31/news/miss_universita_la_polemica_egregio_rettore_ora_si_scusi_un_offesa_vederla_dare_i_voti_a_miss_universita_in_bikini_-115687236/

  2. nemmeno io che ero ignorantella ho partecipato mai a quei concorsi da demente sebbene consigliata da tante amiche ragazzi etc..il cervello anche se non aveva studiato ci arrivava era una fiera per mentecatte..a distanza di tanti anni non mi spiego come chi studia possa conciliare apertura mentale data dallo studio e sfilare a culo alla ria davanti a dei vecchi che giudicano..boh..bei passi avanti..per me quelle non sono studentesse saranno le sciampiste della moglie del rettore

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