Sanare divario retributivo di genere

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La vice presidente della Camera alla presentazione del Rapporto 2015: gender pay gap è freno a realizzazione democrazia e ostacolo alla crescita

“Il supporto dell’Istituto nazionale di statistica al lavoro del Parlamento e delle Istituzioni è di estrema importanza: la qualità dell’approfondimento dei temi al centro del dibattito pubblico, unita a una costante attenzione alla dimensione territoriale degli aspetti economici, demografici e sociali, si rivelano, infatti, strumenti indispensabili per mettere in luce punti di forza e punti di debolezza e individuare le possibili strategie di intervento”.

Lo ha detto la vice presidente della Camera, Marina Sereni, alla presentazione del Rapporto annuale dell’Istat.

“ll quadro del Paese che ci restituisce il Rapporto 2015 è senz’altro rassicurante – ha continuato – Ne sono dimostrazione anche i recenti dati relativi al primo trimestre del 2015 sul Prodotto interno lordo, che dopo anni di mancata crescita è tornato ad aumentare, con un incremento dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2014. Anche i dati sull’occupazione sono incoraggianti: nel 2014 l’occupazione, dopo due anni di calo, ha ripreso a crescere”.

La vice presidente Sereni ha però voluto soffermarsi su uno dei dati rilevati dall’Istat, “un dato purtroppo ancora negativo sul versante del divario retributivo di genere o gender pay gap.

La disparità retributiva tra uomo e donna – ha detto – rappresenta un fenomeno complesso, imputabile a una serie di fattori interconnessi e che riflette ampie disparità di genere ancora oggi presenti nell’economia e nella società. Sotto questo profilo, il Rapporto 2015 evidenzia come la già rilevante divergenza tra i premi retributivi medi di uomini e donne si vada ad accentuare per le posizioni di vertice”. C’è ancora una barriera da abbattere, ha concluso “perché questa situazione di diseguaglianza costituisce non solo un fattore frenante per la realizzazione di una compiuta democrazia, ma anche un ostacolo alla crescita economica, allo sviluppo, alla competitività del Paese e al suo rinnovamento”.

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