Itinerario toscano sulle tracce delle patriote risorgimentali

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Per il 2015 In Toscana si stanno organizzando convegni e mostre, si pubblicano libri…

di Laura Candiani

Il 2015 offre a storici e storiche ben tre opportunità di celebrazioni: si ricordano infatti il 70° della Liberazione, il 100° dell’intervento dell’Italia nella I guerra mondiale e il 150° di Firenze capitale. In Toscana si stanno organizzando convegni e mostre, si pubblicano libri, si aprono archivi, si riscoprono eventi e personaggi dimenticati. A Firenze in particolare una ricca serie di manifestazioni celebra il breve periodo in cui la città fu capitale (dal 1865 ai primi del 1871), evento che molti fiorentini dell’epoca reputarono “una tazza di veleno” (come ebbe a dire Bettino Ricasoli), ma che trasformò radicalmente il tessuto urbano con il piano Poggi e portò una indubbia modernizzazione. Nella toponomastica toscana, quel periodo e l’intero Risorgimento (iniziando dalle “Repubbliche sorelle” di fine Settecento per arrivare a Roma capitale) sono onnipresenti grazie alle figure immortali dei “padri della patria”: Cavour, Garibaldi, Mazzini, Vittorio Emanuele II, i fratelli Bandiera, Pisacane, Cattaneo, Manin, Gioberti e molti ancora; sono ovunque ricordate le epiche battaglie – Mentana, Custoza, Calatafimi, Solferino, Curtatone e Montanara – e alcune località simboliche: Teano o Villafranca, ad esempio. Per quanto riguarda le donne invece la memoria è breve e lacunosa, con curiose presenze e incredibili assenze.

A Siena si ricorda una popolana (sconosciuta ai più): Baldovina Vestri, contradaiola della Torre, coraggiosa garibaldina, mentre le martiri della Repubblica Partenopea Luisa Sanfelice ed Eleonora Fonseca Pimentel sono presenti a Firenze e a San Miniato (PI), anche se con la Toscana non ebbero alcun legame, come pure Adelaide Bono Cairoli (ricordata a Castell’Azzara-GR). Cristina Trivulzio di Belgiojoso, attivissima a Roma e in Lombardia, instancabile nelle sue mille iniziative e nei suoi viaggi avventurosi, è presente a Firenze e a San Casciano Val di Pesa (FI). La bellissima cugina di Cavour, tessitrice di trame politiche grazie alla sua avvenenza straordinaria, Virginia Oldoini contessa di Castiglione , che pure era nata Firenze da madre fiorentina, è ricordata invece solo a Chiusi (SI). La stessa Anita Garibaldi, che più delle altre patriote è presente nella toponomastica italiana, in Toscana gode di un ricordo sporadico (Prato, Livorno, Piombino, Radicofani).

caterina_franceschi

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Cristina di Belgioioso

Cristina di Belgioioso

Eleonora_Fonseca_Pimentel

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Un discorso a sé merita Margherita di Savoia, prima regina dell’Italia unita, giovanissima sposa del cugino Umberto nel 1868, proprio quando Firenze era la capitale; come è risaputo, è in assoluto il personaggio storico italiano che ha avuto più omaggi, dei generi più svariati. Anche la

FIRENZE_CRISTINAdiBELGIOIOSO_1.SilviaLelli

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toponomastica la ricorda un po’ ovunque; tuttavia nell’autunno 1943 i Prefetti italiani inviarono ai Comuni una specifica raccomandazione di cancellare le tracce della famiglia Savoia, così accadde che in molti luoghi (ad esempio Ponte Buggianese-PT) le intitolazioni via Umberto I, Vittorio Emanuele II, regina Margherita furono rapidamente sostituite e mai più ripristinate. È ancora presente tuttavia a Viareggio (con il bellissimo viale a mare), Lucca, Altopascio-LU, Buggiano Castello-PT, Grosseto, S. Vincenzo-LI, Sinalunga-SI, Casciana Terme-PI e poche altre località. Da questo breve itinerario emergono soprattutto le assenze: le patriote che animarono i salotti fiorentini, che ospitarono gli esuli e ne diffusero le idee, che scrissero, raccolsero fondi, cucirono bandiere e camicie, che incoraggiarono figli e mariti a combattere, che promossero l’educazione delle nuove generazioni di donne non sono ricordate da nessuna parte. Alcune nacquero o vissero a lungo in Toscana e vi morirono, dopo aver magari rischiato la vita sulle barricate di Roma o Milano e aver imbracciato il fucile a fianco di Garibaldi in Sicilia; altre si dedicarono con abnegazione alla causa in cui profusero ogni sforzo e riversarono i propri patrimoni, finendo spesso povere, sole e dimenticate. Fra le intellettuali del periodo, l’unica ricordata in Toscana (a Firenze) è Caterina Franceschi Ferrucci, nome oggi un po’ in ombra ma all’epoca donna di spicco, patriota giobertiana senza tentennamenti, orgogliosa degli uomini della famiglia che erano andati a combattere; ma le altre?

Firenze Caterina Franceschi Ferrucci_Laura Ciuccetti

Firenze Caterina Franceschi Ferrucci_Laura Ciuccetti

L’elenco potrebbe essere molto lungo, iniziando con le inglesi trasferite in Toscana come Louisa Grace Bartolini (residente a Pistoia), la celebre poetessa Elizabeth Barrett Browning, Giorgina Craufurd Saffi (nata a Firenze da famiglia di origini scozzesi e divenuta moglie del patriota Aurelio Saffi). A Firenze, fra mille difficoltà, trascorse l’ultima parte della vita la giornalista e crocerossina dei Mille Jessie Meriton White,che Mazzini aveva ribattezzato “Miss Uragano” ; i suoi 143 articoli comparsi sul “Daily News”, le sue corrispondenze da New York, le sue inchieste sui carusi siciliani e sulle miserie di Napoli, le sue biografie, le 35 cassette di documenti ed epistolari, i suoi 12 volumi attendono ancora di essere studiati nei depositi del Vittoriano. Per un breve periodo vi abitò anche Rosa (Rosalia) Montmasson, l’unica donna ufficialmente arruolata fra i Mille, ricordata da una lapide. Qui vissero la poetessa estemporanea Giannina Milli e le intellettuali Amelia Sarteschi ed Erminia Fuà Fusinato (moglie del poeta e patriota autore dei celeberrimi versi di “L’ultima ora di Venezia”). Qui è sepolta la garibaldina Antonia Masanello che si era travestita da uomo per poter combattere e per il suo coraggio in battaglia aveva ottenuto il grado di caporale. Da qui passarono e lasciarono tracce profonde le straordinarie compagne di uomini straordinari , come Giuditta Bellerio Sidoli e Sara Levi Nathan, entrambe legate a Mazzini, che tuttavia rifuggirono il semplice ruolo di “amiche o compagne di”, ma furono coraggiose nelle scelte – spesso audaci e controcorrente, intraprendenti e autonome nelle idee e nelle iniziative. A Lucca e a Pistoia meriterebbe un ricordo la presenza di patriote che si impegnarono nell’educazione delle donne (Luisa Amalia Paladini e Giulia Civinini Arrighi), entrambe titolari ancora oggi di due istituti scolastici .

Su tutte queste donne, e molte altre certamente, la Toscana ha steso un velo di totale oblio, tanto che neppure i rinnovati studi per il 150° dell’Unità – nel 2010-11- hanno riportato il giusto ricordo e la piena rivalutazione storica; oggi può sembrare illusorio immaginare che qualche Comune intenda colmare le lacune e rimediare alle dimenticanze, ma almeno vale la pena di lanciare un appello: se le donne italiane oggi hanno coscienza dei propri diritti, lo devono in buona parte alle generose patriote di due secoli fa che indicarono loro la strada.
“Vogliano le donne felici dei tempi a venire rivolgere il pensiero alle umiliazioni delle donne che le precedettero nella vita, e ricordare con qualche gratitudine i nomi di quelle che loro apersero e prepararono la via alla non mai prima goduta, forse appena sognata felicità .”
(Cristina Trivulzio di Belgiojoso)

candianiAutrice:  Laura Candiani – laureata in Lettere,ex insegnante-si occupa di studi storici, cinema, letteratura,ambiente. Dal 2012 è socia e collaboratrice di “Toponomastica femminile” di cui è la referente per la provincia di Pistoia e per cui scrive articoli, biografie,reportage; partecipa a convegni,  promuove iniziative e  realizza  pubblicazioni su tematiche “al femminile”( le balie della Valdinievole, le donne del Risorgimento, le intitolazioni). Collabora con varie commissioni Pari Opportunità ed è consigliera della sezione Storia e storie al femminile  dell’Istituto Strorico Lucchese.

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