Se anche l’Europa non è trasparente

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Premio Europioneer, se anche l’Europa gioca su le ambiguità del premio e del voto.

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo

 

di Elena Salzano, imprenditrice salernitana.

Carissimi,
hanno pubblicato sul sito ufficialmente le shortlist del Premio Europioneers. Grazie al vostro impegno e alla partecipazione di tutta la rete di relazioni che fa parte della mia vita quotidiana, la prima fase ha visto un numero consistente di voti che mi collocava al primo posto fra le Imprenditrici femminili in Europa e in assoluto in Italia. Ma il mio cammino si è fermato qui.
Consentitemi una piccola digressione che voglio condividere con voi per spiegarvi l’accaduto.
Nel 1997 ho deciso di rimanere al Sud dell’Italia e di non trasferirmi al Nord non per qualche motivo discriminatorio, ma anzi per la mia ferma convinzione che era possibile costruire e fare impresa, appassionata della comunicazione e degli eventi, anche qui, dove ogni risultato diventa una conquista e dove ogni conquista richiede probabilmente il doppio della fatica per essere raggiunta.
Qui dove è sempre necessario dover dimostrare di saper fare di più e anche meglio degli altri, perché c’è sempre il furbetto di turno che dimentica il valore delle parole meritocrazia e rispetto.
Qui al Sud io ho creduto che il mio modello di ispirazione dovesse essere un altro, potesse essere di respiro europeo, quello in cui il Cliente sceglie la mia azienda perché può fidarsi della qualità del mio lavoro, della esperienza dello staff che ha a disposizione, della valorizzazione degli obiettivi che può raggiungere attraverso le competenze non scontate che generalmente non trova proprio dietro l’angolo.
Ebbene questo bel modello mi ha fatto pensare che inCoerenze, che ambisce ad essere una realtà tarata sull’Europa, candidata nell’ambito dell’Europioneers organizzato dalla Commissione Europea, dovesse giustamente meritarsi tale nomina e partecipare attivamente a concorrere in un panorama di imprenditori di levatura nazionale ed internazionale.
La competizione ci stimola e leggiamo le regole del gioco:
Dobbiamo essere donne o avere il 50 % dei fondatori donna, essere in Unione Europea ed essere imprenditori web dal lato dell’offerta alle imprese, che creano nuovi servizi e prodotti digitali e utilizzano il web come una componente significativa: OK ci siamo
Cosa chiedono ancora? NIENTE DI PIU’.
Dopo qualche giorno dallo start controlliamo il timing (e qui comincia a sorgere qualche dubbio).
In prima battuta sul sito web Europioneers compare un set di date ribadito nel comunicato Stampa nell’Area press.
Ci rendiamo conto, invece, che nella pagina ABOUT dello stesso sito, caratterizzata dalle date uguali al comunicato stampa, qualche giorno dopo il termine della prima votazione pubblica intorno al 26 settembre, compaiono le seguenti informazioni, che vedono allungare, magicamente e ufficialmente sul sito, i tempi del voto dal 19 al 24 settembre.
Già durante le votazioni segnaliamo all’email di contatto alcune “stranezze” relative, ad esempio, al fatto che alcuni profili risultano votabili, altri no e una gentilissima Madeleine Neives dell’Hub Institute, ci risponde che stanno “provando” a risolvere il problema.
Noi siamo per fortuna in testa con i voti e questo grazie alla vostra meravigliosa partecipazione.
Il 19 settembre le votazioni pubbliche debbono terminare, il 20 vediamo che sono ancora aperte e segnaliamo nuovamente l’irregolarità.
Nel frattempo si arriva al 24 di settembre e tutto è offline, non ci sono informazioni sulle Nomination, scompaiono tutte le candidature.
Non vi sono riferimenti ai criteri di selezione e l’unico nostro dato è legato al fatto che conta la Votazione pubblica.
Leggiamo, infatti, nel Comunicato stampa l’informazione che le shortlist sono per il 30% frutto e risultato delle candidature che hanno il maggior numero di voti.
Il 26 settembre sera appare un tweet dell’Europioneers con una shortlist, anticipata nel corso dell’evento @Unconvention di Brussels, che non ha niente del Voto pubblico.
Cominciano le richieste di chiarimenti, di trasparenza e correttezza da parte mia e di diversi partecipanti sui social e in email.
Alcune candidate mi contattano dicendomi che hanno preso i risultati della votazione pubblica prima dell’offline del sito di Europioneers. Notano anche loro molte irregolarità addirittura segnalando che un candidato della sezione Giovani, che dovrebbe avere meno di 30 anni, in una intervista al magazine francese Capital dichiara ampiamente i sui 37 anni.
Osserviamo, purtroppo, che l’organizzazione fa acqua da tutte le parti e, sotto numerose pressioni, comincia a modificare il sito web e le varie notizie legate al Premio, chiedendo scusa a destra e sinistra, ma non motivandone l’azione. Addirittura arrivano tweet mirati ad alcune partecipanti in cui sono mortificati per essere stati poco chiari ma ammettono che hanno utilizzato dei parametri diversi di giudizio.
E comunque nonostante le sollecitazioni pubbliche fatte a EUROPIONEERS, DELOITTE, EYEF E STARTUP EUROPE, con qualche tweet anche alla Vice presidente della Commissione Europea Neelie Kroes, a capo del programma dell’Agenda Digitale, l’organizzazione non rende noti i parametri di valutazione, non rende noti i risultati della valutazione per ciascuna Nomination, non comunica la Commissione che ha effettuato la valutazione e omette qualsiasi informazione possa vanificare il dubbio sui criteri adottati.
Il giorno 2 ottobre pubblicano ufficialmente i nomi sul sito web Europioneers, ben oltre la data prevista, e ancora una volta senza fornire i risultati ufficiali su tutti i candidati, ma solo definendo chi passa il turno. Rispetto alle numerosi sollecitazioni ricevute, il 4 ottobre, decidono di rendere noto un CRITERIO mai pubblicato prima di allora.
Un sorriso di amarezza mi riporta alla mia Italia e alla bella Europa…
E qui vi trasferisco alcune riflessioni:
– Se non avevo le caratteristiche per essere nominata, perché sono stata inserita in una lista che mi ha onorato e mi ha fatto attivare per un voto pubblico del quale non si è tenuto conto? Forse era interessante generare traffico sul sito Europioneers e vedere clikkare i Mi piace al Premio?
– Se invece avevo le caratteristiche e sono stata giudicata, su quali parametri è stato fatto? Non mi è stato chiesto un CV né tantomeno un portfolio delle aziende/enti servite. Non mi hanno chiesto di definire per quale Business ero nominata. Solo nome e azienda.
– Hanno per caso chiesto a ciascuno di noi di quanti e quali servizi e prodotti digitali si occupa? NO, neanche con un cenno o un campo da compilare.
– Ci hanno chiesto quale è il mercato di riferimento da noi servito? No. E come fanno a definirne il potenziale significativo?
– E’ stata fatta una visura camerale? Mmmhh dubito che abbiano potuto tirar fuori qualche elemento interessante di valutazione.
– Ci hanno domandato fatturato o numero di dipendenti impegnati? Assolutamente No.
Allora sulla base di cosa, oltre al consistente voto pubblico che ciascuno di noi ha portato, hanno potuto giudicare?
Non conoscono dall’altra parte della Nomination chi vi sia, chi è il team che lavora nelle aziende candidate, e neanche si sono minimamente posti la domanda di approfondire alcune informazioni forse necessarie a supportare questa Commissione, di cui mi piacerebbe capire nomi, titoli e competenze, che con tale livello di “pseudo approfondimento” è stata in grado di tirar fuori dal cilindro magico una shortlist di persone che forse non sanno neanche di essere in quell’elenco e che hanno ricevuto al massimo decine di voti, e addirittura in qualche caso neanche un voto.
Potrei non avere i requisiti per essere tra le prime cinque finaliste del Premio? Bene allora vorrei conoscere quali sono i risultati della valutazione per ciascun candidato e quali requisiti hanno valutato per ciascuno di noi.
Non è su questo che insieme a Martina Skelly e Ruxandra Creosteanu stiamo ponendo l’attenzione e denunciando quello che sta accadendo.
La nostra attenzione è su questa Europa furbetta, questa ambigua modalità di valutare con un improvvisato cambio in corsa, questa poca chiarezza nel comunicare le regole del gioco, la completa omissione di informazioni, la non chiara metodologia applicata per determinare qualcosa su cui non siamo tutti nelle stesse condizioni di concorrere perché hanno delle informazioni per tutti preliminari che non sono le stesse su cui hanno detto di aver, forse, giudicato.
O ancor peggio devo domandarmi se non sia stato un giochino con cui far divertire qualche giovane inesperto, marcandolo con la bandiera della Commissione Europea; ma anche questo dubbio, purtroppo, mi fa sorgere altre domande sulla meritocrazia, sul rispetto e sulle competenze in capo a queste dinamiche.
Non è questa l’Europa che mi rappresenta e nella quale la mia azienda desidera rispecchiarsi.
In entrambi i casi esigo da imprenditrice seria, che vi sia RISPETTO per il mio lavoro, e per chi come me si impegna quotidianamente in azienda, rispetto per la nostra onestà intellettuale e per le nostre relazioni, poste in gioco per le suddette dinamiche.
Richiedo rispetto dagli organizzatori perché a mio avviso un Premio della Commissione Europea deve essere inattaccabile e impeccabile su tutti i fronti e non incorrere in beghe come quelle viste in questo caso. Per me la bandiera europea, come scrivevo in principio, rimanda a importanti valori cui ispirarsi e a cui ambire per migliorare, e va rispettata in tutte le sue declinazioni.
Il risultato positivo di un obiettivo genera soddisfazione quando conosciamo bene il perché ci è stato dato e quanto abbiamo faticato per raggiungerlo. In alternativa se non ci poniamo questo dubbio, siamo nelle stesse condizioni di chi si sta divertendo con questo giocattolino chiamato “Europioneers” finanziato dalla Commissione Europea, marcandosi a stelle gialle con fondo blu reflex, che non ha niente a che vedere con l’Imprenditoria femminile e con l’impresa in generale.
Da domani chiediamo #rispetto #correttezza #trasparenza per le nostre #imprese.
Dovremmo chiederlo tutti, compreso quelli che sono in corsa in questa seconda fase, a Europioneers, alla Deloitte, alla EYEF, al Programma Startup Europe.
Dovremmo chiedere alla #NeelieKroes di garantire per tutti noi, di monitorare per una #Europa che rispecchi i nostri valori, le nostre relazioni e le nostre ambizioni.
Grazie ancora a tutti voi per l’impegno e per la partecipazione.

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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