La mia vita come un romanzo XXXVI

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di Caterina Della Torre

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E poi finì che alla festa sulla spiaggia dell’albergo di Fausto ci andò. Svestita la menzogna e scoperto l’inganno (malcelato invero), non c’era più motivo di nascondersi e poi, Carlotta dovette ammetterlo a se stessa, Fausto era un bel tipo, non solo esteticamente prestante, ma interessante ed intraprendente.

Quindi scese con gli amici dall’interno dell’isola ed andò alla serata ”danzante”. Si fa per dire, pensò Carlotta. A lei piaceva enormemente la musica ma sapeva che non avrebbe potuto ballare. Però vedere gli altri agitarsi sulla rena al suono delle melodie spagnole le sarebbe piaciuto molto. O meglio ”gustato mucho” alla spagnola.

Si vestì con cura, scegliendo gli abiti che più le donavano e facevano risaltare l’abbronzatura. Il rosso era il suo colore, ma forse di sera sarebbe stato meglio un altro colore. Infine scelse un abito corto di lino, viola, tipo sottoveste, con una camiciola che le copriva le spalle. Perchè non si poteva mai dire, le serate  potevano volgere al ventoso. Del resto Fuerteventura era chiamata l’isola del vento non per nulla. Scelse con cura anche gli accessori: un paio di orecchini d’argento e ametista ed una collana con pendente.

Ala fine le scarpe, suo continuo terrore. Dovevano esserer comode, nè troppo leggere nè troppo pesanti per non impedirle il passo. Ai  tacchi alti ci aveva rinunciato già da un pezzo.

Così ”apparecchiata” si diresse con gli amici alla festa.

Entrati nell’ albergo, fecero il nome di Fausto, ma non conoscendone il cognome fu difficile individuarlo alla conciergeri.

Mentre si era seduta titubante e pensierosa, sentì delle braccia circondarle il collo. Era Fausto.

”Benvenuti. Vi ho aspettato a lungo ma poi non vedendovi arrivare ho fatto un salto in  spiaggia per bere qualcosa”.

”Non ti preoccupare, ero seduta comodamente qui”.

”Bene, dammi il braccio che ti accompagno in spiaggia. Togliti però le scarpe. Sono tutti a piedi nudi.”

Carlotta non se lo fece dire due volte e subito sentì sotto i pedi quella sabbia fresca e vellutata tipica dell’isola. Con la mano di Fausto ripiegata sul suo braccio, quasi a non volerla ”perdere” nella folla, procedette a passo lento e attento fino alla spiaggia dove tutti si dimenavano in danze ”moderne” più o meno ”hard rock”.

”Non temere, questa musica non durerà a lungo. Vedrai che arrivevanno  suoni meno graffianti” – disse Fausto accompagnandola a sedere ad un tavolo appartato.

”Vorrei tanto ballare con te, stringerti a me almeno per un po”’ – aggiunse il bresciano.
”Sai che non posso ballare” rispose Carlotta.

”Questo è  da vedere” – ribattè Fausto, accarezzandole dolcemente la mano, trasmettendole il calore delle sue emozioni.

continua

 

 

 

 

 

 

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