L’insulto sessista

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L’insulto sessista è tanto più grave perché alla sua violenza non c’è possibile risposta.


di Antonella Lo Consolo Vice Presidente CdZ – zona 9 . Milan
o

“Sei una troia” è un’espressione che mi farebbe sussultare persino qualora la sentissi in una bettola di infima categoria. In un’aula istituzionale, sia pure a Consiglio terminato, e da parte di un capogruppo all’indirizzo di una consigliera, mi indigna profondamente.

Ogni giorno di più mi rendo conto che l’insulto sessista sta diventando “normale“, di quella normalità che Hannah Arendt avrebbe definito “La banalità del male”.

Cosa è un insulto sessista e perché è differente da un insulto qualsiasi e molto più grave? “Troia”, “puttana” e sinonimi non si declinano al maschile, evidentemente.

Un insulto di pari portata, rivolto ad un uomo, potrebbe essere solo “figlio di puttana”, “figlio di troia”, ma è ben chiaro ad ogni donna che un’offesa del genere, prima e più del destinatario, colpisce un’altra donna.

Ho letto un articolo di Nadia Somma, su Il fatto quotidiano, che ritengo illuminante in merito:

Scortum – scrive – era la parola che definiva le prostitute nell’antica Roma, si trattava di un vocabolo appartenente alla declinazione del neutro, perché in latino si declinavano al neutro gli oggetti o le piante ad esempio, ovvero cose inanimate o elementi della natura, prive di soggettività. Ancora oggi insultare una donna dandole della puttana o della troia significa sottrarle soggettività, cercare di annichilirla a una mera funzione sessuale: quell’insulto in sé non costituisce solo un atto di violenza verbale, ma implica una sottintesa minaccia (che ogni donna avverte) dell’esposizione a potenziali violenze. E infatti è quasi sempre quell’insulto che viene rivolto alle donne che subiscono violenza, durante lo stupro (o le percosse nella violenza domestica) e anche dopo lo stupro. E’ quello che si dice di una donna che viene stuprata quando si prendono le parti degli stupratori, cosa che da noi avviene spesso. “Se l’è andata a cercare?”. Perché se “sei puttana. Sei terra di nessuno e non appartieni nemmeno a te stessa.” La morale è sempre quella.”

L’insulto sessista è quindi tanto più grave perché alla sua violenza non c’è possibile risposta. Gli uomini sulla loro pelle provano qualcosa di simile solo se sono omosessuali, e perciò oggetto di insulto omofobo, o neri, e quindi possibile bersaglio di insulti razzisti.

In quest’anno e mezzo in Consiglio di zona 9 ne ho sentite di ogni: ironie sull’avvenenza o meno, sull’abbigliamento, sulla voce e su qualunque altra caratteristica fisica, utilizzate per intimidire, per ridicolizzare, per offendere le consigliere, e di fatto limitarne l’espressione, mi hanno veramente nauseato. Un mio allontanamento dall’aula per un malessere ha provocato urla del tipo: “Se ne ha bisogno si metta il pannolone”, pronunciate a voce così alta da giungermi persino nel bagno.

Evidentemente uomini piccini non sanno confrontarsi sul terreno dei contenuti, preferiscono altre scorciatoie.

E se non accetti che il dibattito politico preveda l’appellativo di troia non sei per la parità, e questa me la sono dovuta sentire anche da alcuni maschietti del mio schieramento (ma NON del mio partito, eh!).

Ma le streghe, quando tornano?

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

41 commenti

  1. marilisa on

    L’usare un linguaggio e in particolare un titolo triviale a mio parere non incoraggia la lettura e neppure va nella direzione del buon nome del giornale. Non è per essere codini ma la trivialità non è mai piaciuta a noi donne!

  2. marilisa on

    A mio parere usare dei titoli con un linguaggio triviale non incoraggia la lettura nè va nella direzione di far apprezzare il giornale..a noi donne la trivialità non è mai piaciuta

  3. Paolo1984 on

    un semiequivalente maschile di “troia” potrebbe essere “porco”, comunque premesso che ogni termine anche il più offensivo può cambiare di senso a seconda del contesto e delle intenzioni di chi lo usa, l’utilizzo di parole come “troia” e simili all’interno di un dibattito politico a maggior ragione se usati da un uomo contro un avversario politico donna non è ammissibile

  4. Caterina Della Torre

    Caro Paolo, porco non ha lo stesso valore offensivo di troia. Cmq anche se il termine cambiasse a seconda del contesto, viene usato frequentemente da un uomo rivolto ad una donna quando la si vuole insultare facendo riferimento ad abiti sessuali. Chiaramente in un contesto politico è assai più grave. Soprattutto se, non avendo argomenti per ribattere, ci si accaniasce con il termine suddetto per mettere a tacere l’interlocutore. Questa è la politica italiana. Grillo docet.

  5. No, non ha senso disquisire più di tanto sulla differenza tra i vocaboli. Ciò che mi stupisce di più è sapere che viene utilizzato nell’ambito di un Consiglio di Zona. E’ vero che certe immagini ci mostrano un Parlamento molto lontano dall’aplomb istituzionle, ma ritengo che si debbano dettare regole di comportamento corretto. Fuori chi non ci stà. Ad Antonella non posso che inviare la mia solidarietà per aver sostenuto, e tenuto la posizione, in un ambiente così stupidamente volgare.

  6. Proprio ieri ho visto il film/testimaìonianza su Margaret Thatcher detta anche “La lady di ferro”. Al di là ovviamnete dello schieramento politico, perfino lei ha dovuto modificare il tono di voce e il modo di dire le cose per poter essere minimamente presa sul serio dai suoi stessi colleghi di partito. Si sa nei paesi nordici sono un pò più avanti di noi, ma alla fine il succo è lo stesso. Credo che le prime a farsi un esame di coscienza siano le donne stesse che, proprio perchè viviamo in una società al maschile, non riescono nemmeno a far squadra fra di loro! E’ vergognoso che in un ambito pubblico e di rappresentanza come un Consiglio di Zona le persone si permettano di rivolgersi ad altre senza rispetto. Ma la nostra polita è priva anche di vergogna e morale. Signora Antonella dovrà combattere ancora molto e faccia sempre ciò che ritiene giusto e a testa alta: probabilmente sono abituati a chiamare così anche le proprie mogli e figlie, e non si meritano nemmeno una briciola di attenzione!

  7. Rosa, hai perfettamente ragione: ci mancava pure la stupidaggine dell’insulto sessista. Tanto più che in parlamento stesso, così come al di fuori di esso, spesso son proprio le donne ad insultarsi a vicenda così.
    In realtà le persone volgari e stupide sono uniformemente distribuite in entrambi i sessi.
    Piuttosto che sprecare tempo a disquisire sulla qualità degli insulti, ci si dovrebbe preoccupare di mandar via dai centri di potere (cominciando col votare secondo coscienza), tutti coloro che li infangano (spesso per motivi ben più gravi) a prescindere dal sesso.
    Un concetto valido in parlamento, così come altrove.
    Ricordo a tutti, che un certo tipo di molto bassa statura (bassa in ogni senso), ha riempito un luogo così importante per il paese, di donne di altrettanto bassa statura, per ‘meriti’ che ben si associano a certi aggettivi.
    In Italia, uomini e donne validi e meritevoli esistono: sono quelle persone che vorrei riempissero ogni posto chiave in questo paese… Non come accade adesso, purtoppo. Saluti

  8. Esistono insulti validi solo al maschile.
    – caprone
    – porco
    – puttaniere
    – pervertito
    – mafioso

    troia in ambito politico non è usato per insinuare il sesso ma per indicare una persona priva di morale.

  9. Pervertita, mafiosa, porca, capra… Seppur meno usati, valgono perfettamente anche al femminile! Oltretutto, i soggetti che meritano tali insulti, sono comunemente ben distribuiti in entrambi i sessi.
    Effettivamente, il termine troia, il più delle volte non è usato per indicare i facili costumi della ricevente l’insulto, ma al solo scopo di denigrare la persona. Anche figlio di troia, detto ad un uomo, non mira ad offendere veramente la madre, ma è un modo per dare del bastardo all’insultato.
    In realtà, in genere, più che il significato dell’insulto in sé, quello che spicca è la volontà di colpire verbalmente un’altra persona: attività, molto praticata da entrambi i sessi, ovunque… Purtroppo.

    Tutto questo conferma, ancora una volta, come sia stupido parlare di insulti sessisti, piuttosto che preoccuparsi di come estromettere certi individui (di entrambi i sessi) dai centri di potere.

  10. ad ogni modo mettere sotto accusa una singola parola pr se offensiva non serve, cona il contesto in cui viene detta e le intenzioni di chi la dice

  11. Vero Paolo, infatti è quello che ho scritto anch’io poco sopra. Basti pensare che, “figlio di puttana” viene, a volte, persino usato come complimento!
    Addirittura, nell’articolo de ‘Il Fatto Quodidiano’ citato, si legge: “…quell’insulto in sé non costituisce solo un atto di violenza verbale, ma implica una sottintesa minaccia…”.
    Un insulto è un insulto e uno che ci vede a tutti costi, un’implicita minaccia di violenza sessuale, ovviamente ha qualche problema… Anzi, a volte il termine troia, è detto con tale schifo e disprezzo, che uno stupro è proprio l’ultima cosa a cui penserebbe il soggetto che lo pronuncia!
    Come se non bastasse, appresso si legge: “E infatti è quasi sempre quell’insulto che viene rivolto alle donne che subiscono violenza, durante lo stupro (o le percosse nella violenza domestica) e anche dopo lo stupro.”
    Un sillogismo becero e tendenzioso: chi usa il termine troia sarà pure un gran cafone, ma dall’essere cafoni al minacciare stupro, il passaggio non è automatico.
    Non commento il fatto che la signora Lo Consolo, abbia definito un simile, inutile articolo, “illuminante”.
    Piuttosto vorrei sapere: quando a dare della troia ad una donna, è un’altra donna (come spesso accade), di quale minaccia si tratta?! E che genere d’insulto è, “autosessista”?!

    • Andrea, il problema è che tu siccome non sei sessista, suppongo, non riesci a vedere la radice sessista dell’insulto e quindi parti da un ottica del tutto diversa. Molti sessisti e antifemministi considerano una donna che è stata con molti uomini “usata”, come se la penetrazione fosse per loro un atto degradante o una sottomissione. Per gli uomini non esiste quasi, per loro c’è il Casanova o il Don Giovanni, per le donne no. Esiste la femme fatale, ma non ha l’accento sul numero di partner, allude più alla capacità di sedurre.
      Anche nel termine “facile” o facili costumi è sottinteso che la donna dovrebbe resistere alla tentazione di fare sesso. Si tratta di un sistema chiave-serratura, che viene addirittura considerato naturale. La donna in pratica vale se si concede all’uomo di “alta qualità”, chi scrive (queste affermazioni) pensa di essere sè stesso, ovviamente, il buon partito, l’uomo che lavora, il buon padre.
      L’uomo può quando vuole stufarsi senza che questo intacchi il curriculum, anzi.
      E non stiamo parlando di tradimento o del fare sesso interessato.
      Quando dici che sono anche delle donne, hai dei begli standard e ne vuoi, magia, se ti aspetti che le donne non siano soggette anche loro e talvolta agenti, della cultura patriarcale.

  12. Supponi male, io non ho idee sessiste e, per tale ragione, non posso che essere antifemminista ed antimaschilista.
    Certo, in teoria una femminista è una che lotta per tutelare i diritti delle donne, in pratica invece, nel 99% dei casi, si tratta di una misandrica, affetta da vittimismo cronico e convinta che a lei, in quanto donna, ogni cosa debba essere consentita e giustificata.
    Il tuo commento, oltretutto non esattamente in tema con l’articolo, ne è una dimostrazione: se un uomo sbaglia nei confronti di una donna, è uno stronzo ed è colpa sua, mentre se è una donna a sbagliare, è colpa della cultura patriarcale… Quindi sempre di un uomo!
    Come la giri la giri, c’è quasi sempre una scusa o un’attenuante, per qualsiasi comportamento femminile, anche il peggiore.
    Vuoi un altro esempio?! Supponiamo che io vada a cena con la mia compagna in un ristorante e che a metà cena io le dia uno schiaffone: tutti mi guarderanno malissimo, magari qualche uomo si alzerà per venirmi a dire (o dare) qualcosa; nella migliore delle ipotesi sarei oggetto, giustamente, del biasimo generale.
    Ora riavvolgi il nastro e facciamo che lo schiaffone invece lo dà lei a me… Risultato: ‘chissà questo porco cosa le avrà fatto’… Perché ‘poverina, se lei gli ha dato uno schiaffo avrà avuto le sue ragioni’.
    Già, perché tu una donna non la puoi toccare (giustamente), ma lei invece può insultarti o prenderti a schiaffi o a calci negli stinchi se, a suo insindacabile giudizio, si è sentita offesa.
    Vedi, la maggior parte degli uomini, grazie a Dio, si guarda bene dall’alzare un dito a una donna, (forse proprio grazie a quella cultura patriarcale dove le donne non si toccano manco con un fiore), ma la maggior parte delle donne invece non si fa altrettanti scrupoli.
    Al contrario, difficilmente una donna dà uno schiaffo ad un’altra donna e non perché tra donne regni il fair play, tutt’altro; ma perché se una donna dà uno schiaffo ad un’altra donna, finisce a calci, schiaffi e tirate di capelli, mentre se lo dà ad un uomo, la probabilità che lui se lo tenga senza reagire è altissima e, d’altro canto, in caso di reazione, si può sempre andare a piangere in questura e denunciarlo per violenza. Meccanismo ampiamente e costantemente collaudato.
    Se però uno non reagisse e volesse, come è suo diritto, denunciare un donna per aggressione, gli ridono in faccia.
    Che strano, in questi casi, nessuna si lamenta per la disparità di trattamento o per la discriminazione.

    • Ciao, spero di non disturbare a rispondere dopo molto. No, non sono d’accordo infatti che qualsiasi comportamento sbagliato di una donna sia colpa del patriarcato, haha, dài ci mancherebbe, penso che quel tipo di femminismo che fa così è completamente distorto e fuori dallo spirito di emancipazione e non ha il mio sostegno nè quello di molte donne che si dicono femministe. Sbagli sul 99% di misandriche tra le femministe, altrimenti si può invertire il discorso anche sul maschilismo dei Mra e fare nutpicking, ma fortunatamente ce ne sono di ragionevoli. Se le due parti lo riconoscessero reciprocamente sarebbe meglio ed è quello che cerco di dire. Poi guardare caso per caso le varie richieste e rivendicazioni.
      Inoltre molti aspetti, ma non tutti, per cui un uomo è svantaggiato derivano dalla cultura patriarcale, che nuoce ad entrambi sessi. Il sito Mra Antisessismo ha parlato giustamente di un bisessismo e ho fatto in parte mio questo termine, anche se mi sembra che cerchi un po’ di negare il ruolo passivo a cui erano relagate le donne, ritenendole quasi ugualmente responsabili anche allora. Su questo si può discutere e penso che bisessismo non neghi il patriarcato.
      E sbaglia quel femminismo che ridimensiona i doppi standard verso gli uomini perchè sono anche parte dello stesso puzzle culturale che opprime le donne, due facce della stessa medaglia. Tra i Mra c’è anche Paul Elam.
      Correggo però su, anche qualora fosse appropriato dire che “è colpa della cultura patriarcale” non significa che è colpa di un uomo. Come quando un qualcosa accade per la cultura razzista, non è che sia colpa di un bianco. Il bianco non nasce razzista verso i neri, l’uomo non nasce patriarcale. Alcuni, non tutti lo diventano e anche molte donne, oggi perpetrano questa cultura e sono quasi equamente responsabili.
      Se si assume che la donna abbia ragione quando ha dato uno schiaffo a priori, quello è sessismo non femminismo e comunque al momento c’è una reazione culturale talvolta moderata, talvolta l’estremo opposto che di certo si indigna e fa lo stesso vittimismo, dagli articoli frivoli su come si veste un uomo “se l’avessero scritto su una donna”, quando ce ne sono un sacco su come si deve vestire una donna e gli stessi dicono “finalmente” e attribuiscono una sorta di persecuzione alle donne che trovano sessista l’articolo attribuendo loro che ce ne sono un sacco che fanno lo stesso sugli uomini e allora devono starsi zitte, quando ce ne sono un sacco anche sotto gli articoli contro gli uomini a sostenerli, tutte antifemministe perchè non sono contro gli uomini?
      Ho letto alcuni scrivere tipo che se di equità si deve parlare lei si deve beccare uno schiaffo dato con la forza di un uomo robusto, ma non ti attribuisco questo crinale, perchè non stai dicendo “o questo o gli anni 50′ bambine”. Guarda io ti dico che farei lo stesso discorso se un uomo molto robusto ne picchiasse uno mingherlino. O se Serena Williams, molto robusta, avesse un marito esile e lo picchiasse.
      Non credo che questa reazione che descrivi sia femminista, credo sia sessismo benevolo. Anzi si fa spesso il discorso che gli uomini hanno delle fragilità che il discorso machista cerca di negare e sopprimerli. Trattarli come se fossero una roccia su cui sfogarsi e che deve incassare tutto, ci starebbe solo se lui fosse una montagna, ma anche qui c’è un limite. E’ infatti uno sciocco stereotipo sulla donna isterica e sull’uomo calmo e razionale, dal punto di vista di una donne dovrebbe anzi essere insultante. Io dico che l’uomo può reagire, ma c’è modo e modo se lui è robusto e lei è esile la può facilmente immobilizzare senza colpirla con tutta la sua forza. Questa proporzionalità ci dovrebbe essere anche tra uomini, per esempio se uno grosso come “the Rock” colpisse uno come Edward Norton. A presto.

      • Purtroppo, che la maggior parte delle femministe sia misandrica, è una realtà. D’altro canto, anche quelle che non lo sono direttamente, quasi sempre chiudono gli occhi sulle violenze perpetrate dalle donne, che non sono meno gravi né meno frequenti di quelle degli uomini.
        Non essere contro qualcuno, ma girarsi dall’altra parte se questo qualcuno viene colpito, è persino peggio… Della serie, non ce l’ho con te, ma se ti ammazzano non mi dispiace. Comodo.
        Già il fatto che una persona si batta contro la violenza sulle donne, restando totalmente indifferente quando la violenza sono gli uomini a subirla, la dice lunga sulla questione: chi è contro la violenza, lo è sempre, non solo quando la cosa gli torna utile.
        In effetti, la donna media, non possiede il concetto di parità di trattamento: ci si riempie solo la bocca.
        Giusto per fare un esempio, sono in molte a ritenere che, leggi sessiste come quella sulle quote rosa o quella che agevola l’imprenditoria femminile o il fatto che le donne possano andare in pensione prima, siano ‘grandi passi avanti per i diritti delle donne’; questo anche se creano disparità andando a danno degli uomini… Però, se gli dici che sono misandriche, si offendono!
        In tv spesso si vedono pubblicità sessiste nei confronti degli uomini, ma anche in questo caso è ‘sessismo benevolo’… Poi c’è la ‘cavalleria’, perché bisogna essere cavalieri… Peccato che, dall’altra parte, raramente si riesca a trovare una ‘signora’ con cui esserlo.
        D’altro canto, se c’è un lavoro pesante o rischioso da fare, lì raramente ci vanno le donne… E di quote rosa in questi casi non si parla!

        Quando vedrò le femministe e relative associazioni che parlano di parità di trattamento, battersi per l’abolizione della legge sulle quote rosa o per qualsiasi altro vantaggio concesso alle donne sul genere maschile, allora sarà come dici tu ed io cambierò idea: fino ad allora sono solo chiacchiere da bar, anzi, da donne.
        Per non parlare della ‘moda’ delle false accuse di stupro e violenze varie, che tornano sempre comode per colpire un uomo, per vendetta, per rabbia, per estorcere denaro o magari perché risultano utili per la causa di divorzio,

        Vedi, misandria non è solo avercela con gli uomini, è anche pensare di trarre vantaggi danneggiandoli.

        Quanto allo schiaffo, tu hai furbamente ‘invertito’ la questione: certo che ‘The Rock’ non deve dare un schiaffo ad Edward Norton, ma qui è Edward Norton che dà uno schiaffo a ‘The Rock’ e poi piange se quello lo riempie di botte.
        Se io che sono mingherlino (o donna) do uno schiaffo ad uno più grosso di me, che fino a quel momento neppure con un dito mi aveva toccato, non soltanto sono una persona manesca, sono pure un idiota e, se poi vado a denuciarlo per aggressione, sono anche un meschino che prima colpisce e poi fa la vittima!

        Cominciate a tenere le mani a posto, poi ne riparliamo.

        • Ciao, allora ultimamente anche l’uomo medio, se dovessimo basarci sulla percezione non farebbe la migliore figura.
          Non hai ascoltato molti dei miei argomenti, ma d’altronde è tipico quando non si è d’accordo. Io ti ho parlato della misoginia presente tra gli antifemministi molto maggiore della misandria tra le femministe, cosa che non squalifica le critiche costruttive al femminismo.
          Altresì è stato un movimento necessario per emancipare le donne, perchè potessero scegliere autonomamente nella loro vita.
          Gran parte di quanto accusi, tra cui la cavalleria ha ben poco a che fare col femminismo, se non con frange estreme. Il mio precedente commento era molto costruttivo, avrai notato che ho considerato il bisessismo.
          ” non sono meno gravi né meno frequenti di quelle degli uomini.”
          Beh, non in quanto contro uomini ma statisticamente sono meno gravi e frequenti, nei casi in cui sono gravi non sono meno gravi, ovviamente.
          “fatto che le donne possano andare in pensione prima, siano ‘grandi passi avanti per i diritti delle donne”
          Non mi risulta che sia stata una rivendicazione femminista, era già così. Tuttavia in un sistema culturale dove la divisione dei compiti, continua a latitare e a rimanere tradizionale è difficile sentire l’urgenza di parificare le pensioni.
          “In effetti, la donna media, non possiede il concetto di parità di trattamento: ci si riempie solo la bocca.” “chiacchiere da donne”
          Se una donna generalizza sull’uomo medio però è misandrica…
          Che poi altro non è che il fatto che il patriarcato nuoce sia uomini che donne, opprime gli uomini di classe sociale inferiore per il controllo delle donne. Con la liberazione e l’avvento del liberismo si è ridotta maggiormente sull’asse della sola classe o quasi.
          Le quote rosa, dipende, se si tratta di posti riservati non sono d’accordo, diverso è se sono quote antidiscriminazione a parità di merito. Io preferisco ci si limiti all’antidiscriminazione contro donne incinte, etc. Già sono state eliminate le dimissioni in bianco, sia da Damiano, reintrodotte da Sacconi sotto Berlusconi e nuovamente rimosse da Renzi, nonostante quest’ultimo non mi piaccia affatto ed è forse una delle poche cose che si salvano del Jobs Act, che ha eliminato l’articolo 18, gli stessi che quando Silvio minacciava di farlo sono scesi in piazza, così pure per la Legge Biagi, che posso pure condividere fosse ancora peggio.
          Tra le casalinghe ci sono moltissimi incidenti sul lavoro. E nei paesi scandinavi ci sono molte più donne a fare lavori rischiosi, se il femminismo fosse volto ad evitarli non sarebbe così e non si proporrebbero a fare le vigili del fuoco o i soldati. D’altronde ciò è anche dovuto al fatto che molte che si presentano non siano considerate idonee, ed ammetteremmo che è uno scoglio e tabù maggiore rispetto a quello sulle capacità intellettive di una donna, essendo le differenze fisiche molto più presenti, mediamente. D’altr’onde anche tra gli uomini mingherlini sono di meno a fare lavori fisici ad alto rischio con conseguente minore mortalità, no?
          Su the Rock, beh, sono d’accordo :), quasi, schiaffeggiarlo è stupido, tanto più se si è in torto e quello non ti ha aggredito, ciò non toglie che una percossa di chi può mandarti all’ospedale data con quell’intento è più grave, in genere non è quello l’intento del classico schiaffo. E’ dato in genere ad una persona che si conosce e se non si conosce mi viene in mente che spesso è in seguito a molestie e palpeggiamenti.
          In gran parte degli altri casi, penso di aver precisato che la donna sarebbe in torto come ogni categoria di persona.
          Potrei fare lo stesso discorso per una coppia gay dove uno dei due è più piccolo e l’altro è più massiccio :).
          Lo stupro deve essere provato e gran parte delle femministe con cui ho parlato mi sembra che concordino con me su questo e altro. Che qualcuna non lo faccia non deve squalificare il movimento più di quanto un Paul Elam che fa queste dichiarazioni “they are not asking to be raped, they are fucking begging for it” debba squalificare Mra con posizioni più ragionevolmente antisessiste.
          Avrei voluto risponderti prima, ma ci sono stati problemi nella pubblicazione per molto tempo.

  13. Il fatto che, l’andare in pensione prima, non sia una rivendicazione femminista, non cambia che si tratta comunque di una discriminazione nei confronti degli uomini (che oltretutto vivono in media di meno, pur avendo pagato pure più contributi) e dimostra solo che quella che non ha letto con attenzione sei tu.

    In effetti la maggior parte delle donne (e le femministe in particolare) si riempie la bocca con la parità di trattamento, ma non batte ciglio se ad essere discriminati sono gli uomini; segno che effettivamente non hanno capito cosa è la parita di trattamento, altrimenti pesterebbero i piedi contro tutte le discriminazioni… Anche quelle che non gli convengono… Mentre invece non è così.

    Quando poi si fa notare quanto numerose siano le discriminazioni che subiscono gli uomini, le risposte vanno dal ‘ma al telegiornale non ne parlano’ al ‘vale per quello che subiamo noi’: come se si potesse rimediare o compensare una discriminazione compiendone un’altra: senza parole!

    Ed infatti… Al riguardo delle quote rosa, si tratta di una legge discriminatoria e incostituzionale, che discrimina gli uomini (violando l’art. 3 della costituzione) e quindi va eliminata: veramente ridicolo pensare di rimediare alle discriminazioni con una legge sessista che, anche se dovesse favorire le donne a parità di merito, resta una legge sessista!

    Poi c’è quella che favorisce l’imprenditoria femminile e ovviamente, di conseguenza, sfavorisce quella maschile (altra legge sessista e incostituzionale)…

    Poi ci sono commenti e battute sessiste ovunque, dalle pubblicità, ai programmi tv: commenti e pubblicità che, a sessi invertiti, scatenerebbero un putiferio…

    Poi ci sono i casi di separazione, in cui gli uomini subiscono quasi sempre le peggiori angherie, con effetti economici e psicologici devastanti, soprattutto se ci sono di mezzo i figli… Ma alle donne che importa? Quello che conta è avere il mantenimento e potersi prendere la casa di lui senza neppure il bisogno di cercare lavoro: mica sceme!

    Poi c’è la mia ragazza che si occupa di situazioni relative a separazioni ‘delicate’ e le viene da vomitare per quante volte, parlando con i bambini, viene fuori che ‘la mamma ci ha detto di dire così’ o per quante volte vede figli usati per astio verso di lui o per avere più soldi; il tutto senza preoccuparsi dalla meschinità della cosa e del danno che pure i figli ne ricevono… Vergogna!

    Poi abbiamo un esercito di donne dallo schiaffo facile, anche senza molestie (tanto se lui reagisce piango e lo denuncio, tanto posso sempre raccontare che mi ha molestata). Perché sì, quello femminile è un pianto continuo, alimentato da un vittimismo imperante, che cerca sempre una giustificazione per qualsiasi azione (persino per quelle più gravi e meschine) e, quando non riesce a trovare una giustificazione, nasconde la cosa il più possibile o parla di ‘compenso’…

    Lo sai che, se fai un concorso con prove fisiche (esempio in polizia) le prove fisiche per le donne, di solito sono diverse da quelle degli uomini… E considerato che non faccio altro che sentire che una donna può fare qualsiasi cosa come un uomo (anzi meglio), mi pare il minimo che le prove debbano essere identiche e, se non le passate, è giusto che andiate a fare altro!

    A proposito di discriminazioni: lo sapevi che, a parità di reato, le donne ricevono in media il 30% di anni di galera di meno?! E lo sapevi che la differenza di stipendio medio tra uomini e donne, paradossalmente, è sostanzialmente dovuta proprio alla maggiore anzianità lavorativa media degli uomini, alla faccia dei filmatini che vengono preparati ‘ad hoc’ in tv, con le ‘povere donne vittime delle solito maschilismo’.

    Che strano però, che sia difficile ‘sentire l’urgenza di parificare le pensioni’, ma la presidente della camera ha sentito subito l’urgenza di spendere il suo tempo e i soldi degli italiani, per fare stampare un vademecum sulla ‘importanza’ di usare termini come ‘ministra’ per non discriminare le donne (davvero molto più utile che occuparsi di parificare le pensioni).

    Tu scrivi che la misoginia presente tra gli antifemministi sia molto maggiore della misandria tra le femministe, ma oltre al fatto che questa resta una tua personale considerazione, ti facccio notare che c’è una grossa differenza tra l’avercela solo con le femministe (oltretutto per motivi molto validi) e non con le donne in generale; rispetto all’azione femminista che, quasi sempre nella realtà, risulta essere solo una corsa al potere.

    Sai, mi è capitato (raramente purtroppo) di avere a che fare con donne che fossero, realmente, per la parità. Ho dovuto notare come, ogni volta che si sono battute per difenderla davvero (la parità), sono state subito tacciate di maschilismo: guai a non piegarsi al diktat femminista, guai…

    Ah, quasi dimenticavo… Ancora una volta sbagli, perché i lavori ad alto rischio, non sono soltanto quelli che richiedono forza fisica.
    Per tua doverosa informazione, per l’anno in corso, al 30 giugno, sono stati registrati 338 casi di morti sul lavoro: 322 uomini e 16 donne. NO COMMENT.

  14. Non so in che percentuale i lavori più rischiosi siano quelli più fisici, c’è qualche statistica? Per la parte in cui lo sono, penso di avere risposto che molte donne non sono considerate idonee in tali lavori e sei il primo a non volere criteri diversi. Quindi come fare in modo che più donne muoiano per pareggiare gli uomini :)?
    Sarebbe interessante quanti, tra gli spazi femministi e Mra, dedichino spazio a chiedere più sicurezza sul lavoro, sgravi per le misure di sicurezza e controlli oppure prendersela con il femminismo e chiedere che più donne muoiano?
    Ma possiamo solo fare illazioni.

    • Nessuno ha chiesto o lasciato intendere che sia auspicabile che muoiano più donne. La morte di una donna sul posto di lavoro, peggio ancora se mamma di un bambino da cui non potrà tornare, può solo portarmi rabbia e tristezza.
      Si fa solo notare come il femminismo (movimento sessista già nel nome, al pari di MRA) non abbia alcun reale interesse nella parità di trattamento: se la stessa statistica fosse stata a sessi invertiti, avrebbero fatto un putiferio per ‘l’ennesimo torto subito dal genere femminile’.

      • Mra di per sè non sarebbe sessista. Parla di un puzzle fondamentale del sessismo e del patriarcato di cui fanno parte anche aspetti che svantaggiano gli uomini.
        Perchè il patriarcato non sono gli uomini in sè, anzi, ma un sistema culturale e, in passato in occidente, e tutt’ora in regimi teocratici islamisti, è basato sull’esclusione delle donne e l’idea della loro inferiorità.
        Facciamo l’ipotesi che una società discrimini una categoria trattandola come un bambino anche se con meno compassione, non è discriminazione perchè vengono meno anche alcuni gravosi e, talvolta ingiusti, doveri per gli adulti?
        o neoreazionari come i paesi visegrad.

      • Ma l’ho già detto, certo che è uno scandalo, bisogna chiedere più sicurezza, a imprese e stato come incentivi, quanto al gap l’unico modo sarebbe ritenerle più idonee, ed è più dura per lavori fisici di quanto già non lo sia stato per quelli mentali, vale anche per i Norton e gli Allen rispetto agli uomini più corpulenti, si noterà un gap simile in lavori fisici e rischi, sebbene più ridotto, in parte perchè il bias è minore in parte perchè mediamente comunque più prestanti in termini di forza netta di una buona parte delle donne.

  15. “Il fatto che, l’andare in pensione prima, non sia una rivendicazione femminista, non cambia che si tratta comunque di una discriminazione nei confronti degli uomini (che oltretutto vivono in media di meno, pur avendo pagato pure più contributi) e dimostra solo che quella che non ha letto con attenzione sei tu.”
    Beh cambia che non sarebbe una discriminazione che il femminismo rivendica.
    Ho talvolta sentito dire che, a dire il vero che è dovuto al fatto che molte donne lavorano sia in casa che fuori, al che ho detto, beh allora che si guardi caso per caso, molte donne non sono tutte e in sempre più casi la divisione dei compiti è equa in famiglia. Intanti si può cominciare a parificarla che tutte quelle che non hanno figli :).
    Tornando al tema dell’articolo, tutto è cominciato dalla risposta al mio vecchio commento, forse c’è stato un malinteso. Dicevi
    “Supponi male, io non ho idee sessiste e, per tale ragione, non posso che essere antifemminista ed antimaschilista.”
    Tuttavia Io scrissi proprio “Andrea, il problema è che tu siccome *non* sei sessista, suppongo,”
    Ma io avevo supposto proprio che tu *non* fossi sessista! 🙂
    E poi, non so se seguisse a quel malinteso ma da subito mi hai attribuito un pensiero che non mi appartiene.
    “Il tuo commento, oltretutto non esattamente in tema con l’articolo, ne è una dimostrazione: se un uomo sbaglia nei confronti di una donna, è uno stronzo ed è colpa sua, mentre se è una donna a sbagliare, è colpa della cultura patriarcale… Quindi sempre di un uomo!” che non si evinceva da nulla del commento precedente. Una donna che sbaglia ha la sua piena responsabilità, che c’entri o meno la cultura patriarcale e a volte non c’entra effettivamente nulla :). Quella parte di femminismo che parla come se la cultura patriarcale fosse la stessa di 60 anni fa è fuori dal mondo quanto quella parte di antifemminismo che parla come fossimo in una matrocrazia femdom, ma non dobbiamo fissarci su quello. Se noti è pieno di critiche online al pseudofemminismo pop di molti media acchiappaclick. I click si acchiappano con la controversia e questo tende ad essere reazionario.
    Sulle accuse ad uno dei due genitori dipende se partiamo dal presupposto che il bambino sa che non è successo nulla ma è indotto a dubitare di sè stesso dal genitore accusante. Ma ci deve essere modo di capirlo appunto, senza partire dal presupposto che tutto parta da una diffamazione, che la cosa non sia stata insinuata dal genitore, ma che magari l’abbia semplicemente aiutato ad aprirsi su quello che è successo, che non riusciva a confessare, ma che tali sollecitazioni non contenessero insinuazioni.
    Sugli alimenti o mantenimento, non me ne intendo e probabilmente ci sono cose da cambiare nella legge, o magari culturalmente per l’aspettativa che la madre sia necessariamente il caretaker primario, cosa che penso sia un pregiudizio patriarcale, per cui la donne era quasi incompetente rispetto all’uomo nel 90% degli ambiti ma di certo un genitore migliore e, come fattore secondario, la legge tutela il coniuge più debole economicamente in un matrimonio ed è probabile tenga conto della carriera a cui può avere rinunciato una donna per fare la madre, ma se si limita a presupporlo senza guardare caso per caso è sbagliato.
    A parti invertite credo che un assegno lo riceva l’uomo, ma ancora è meno frequente. Bisogna anche tenere conto della capacità di cercare un altro lavoro, quindi una separazione a 30 è diverso che a 55 anni.
    Pur senza escludere nulla non si può certo partire a priori nè dalla colpevolezza del genitore accusato di molestrie, nè da quella di plagio dell’altro genitore, analizzando tutto in base agli elementi presenti.

  16. Ho già spiegato che, anche se il fatto di andare in pensione prima, non è una rivendicazione femminista, non significa che sia giusto così. Questa è un’altra disparità di trattamento a danno degli uomini, che un movimento sessista come quello femminista, accetta senza fiatare, dato che torna a favore.

    Ti ricordo che (art.3 della costituzione) tutti i cittadini devono essere uguali davanti alla legge e che l’organizzazione familiare non compete al governo. Anche io, come tanti altri, lavoro in casa e fuori, ma non per questo pretendo trattamenti speciali.
    Andate in pensione prima e avete pure il coraggio di lamentarvi per stipendi medi più bassi, mah.

    Nei casi di separazione, con rare eccezioni, le donne vengono regolarmente favorite e non è raro che vengano sporte denunce per violenze inesistenti.
    Sono situazioni comunissime, ma delle quali non si deve parlare.
    Ovviamente tutte queste segnalazioni fanno numero e poi sono usate per riempirsi la bocca e fare le vittime: perché se io pesto mia moglie la cosa fa subito notizia, ma se mia moglie mi denuncia per violenze, per trarne vantaggio nella causa di divorzio e poi viene fuori che non è vero, questo non fa notizia; solo la denuncia la fa.
    Ovviamente, pure subire una denuncia per violenza, sapendo di essere innocenti, è una violenza, ma siccome la subiscono gli uomini, alle femministe non importa.

    Ho visto e conosciuto uomini che campano con 300 euro al mese e mangiano alla mensa dei poveri (non scherzo), perché devono passare 1000 euro al mese alla moglie che, non solo gliene ha fatte di tutti i colori, ma si è pure vista assegnare i figli e la casa di lui.
    Ovviamente lei si guarda bene dall’andare a cercare lavoro, tanto c’è il fesso che la campa a casa sua!
    Inutile dire che, a fronte di un’infinità di casi di uomini economicamente e umanamente rovinati dalle mogli col divorzio, il contrario raramente succede.

    Altro che tutelare il coniuge più debole: se sei un uomo e ti separi o divorzi, nel 99% dei casi sei fregato, a prescindere da quali siano le reali responsabilità del fallimento matrimonale.

    Però quando è stato proposto di abolire il mantenimento del coniuge, lasciando solo quello per i figli, c’è stata l’insurrezione delle femministe: ‘e come faranno le povere donne vittime di violenza e in cattive condizioni economiche a lasciare i mariti?’.
    Beh, se un uomo può andare alla mensa dei poveri, può farlo pure una donna: si chiama parità di trattamento.

    Ci sono uomini innocenti che si sono fatti la galera per pedofilia: figli tolti, vite distrutte…
    Poi i figli, crescono, capiscono, viene fuori la verità e lui esce di galera, ma cosa succede alla madre che ha montato il tutto? Ovviamente nulla.

    Quanto al fatto che la madre sia il ‘caretaker primario’, questo è un pregiuzio prevelentemente femminile: la donna media pensa di essere, non un genitore, ma ‘il’ genitore!
    I mariti vengono regolarmente presentati come se fossero un ‘accessorio’ e spesso come degli impediti.

    Questo accade ovunque, persino nei cartoni animati per bambini: ad esempio, in peppa pig, il padre è costantemente rappresentato come uno stupido incapace. Se fosse stato il contrario, ci sarebbe stata la rivolta femminista per il cartone che svilisce le mamme.

    Del resto, basta ascoltare una qualsiasi trasmissione in cui si facciano confronti tra i due sessi, per sentire donne che si sbrodolano addosso, parlando delle loro ‘superiori’ capacità femminili: si va dai commenti sessisti di molti noti personaggi femminili, alle pubblicità e persino al telegiornale.
    In qualsiasi ‘contrasto’ tra uomini e donne, si parte sempre dal presupposto che la vittima sia lei e, anche laddove venga accertato il contrario, i comportamenti negativi femminili, vengono regolarmente minimizzati e giustificati.
    Quindi un bambino che dice ‘mamma ci ha detto di dire così’, diventa che la madre ‘magari l’abbia semplicemente aiutato ad aprirsi su quello che è successo, che non riusciva a confessare’ e poco conta che il bambino abbia sottolineato che il papà non gli ha fatto nulla, ma la mamma lo ha pressato perché dicesse diversamente.

    Come ti scrivevo, la mia ragazza ci sbatte ogni giorno su questi casi e mi racconta come sia un comportamento comunissimo tra le donne.

    D’altro canto, devo leggere che lo schiaffo ‘è dato in genere ad una persona che si conosce e se non si conosce mi viene in mente che spesso è in seguito a molestie e palpeggiamenti’.
    Onestamente, io mi vergognerei di scrivere una cosa del genere.
    Allora anche io, per il sacrosanto principio della parità di trattamento, posso prendere a schiaffi le donne che conosco?! Oppure devo leggere che, nel vostro caso, magari si tratta di ‘sessismo benevolo’?!

    Se lo schiaffo, invece, viene dato ad una persona che non si conosce, ti viene in mente che è per molestie o palpeggiamenti.
    Non è contemplato che lei possa essere una delle tante donne manesche ed è subito pronta la giustificazione: lui è colpevole perché, se ha preso uno schiaffo, si presume che lo ha meritato.
    Stesso principio degli idioti che sostengono che se una donna è stata stuprata, è perché ha provocato lo stupratore e quindi, presumibilmente, lo ha meritato.

    Del resto, guai a criticare le donne perché, come dice la pubblicità, poi le facciamo sentire ‘inadeguate’.
    In effetti, si sa che una donna in nessun caso può essere inadeguata a svolgere un determinato compito; notoriamente, tutte le donne sono intelligenti, capaci ed adeguate per diritto di nascita.
    In pratica, l’unico modo per non farvi sentire inadeguate e vittime di violenza psicologica, è darvi sempre ragione e lasciarvi sempre l’ultima parola.
    Perché contrariamente a quanto si racconta, le donne di rado si assumono veramente la responsabilità per quello che combinano; ma qualsiasi cosa si possa dire al riguardo, anche se comprovata e civilmente argomentata, sbatte sempre contro il muro di gomma del vittimismo femminile.

    Quindi sai che ti dico: hai ragione tu.

  17. “Lasciarvi”
    “Perché contrariamente a quanto si racconta, le donne di rado si assumono veramente la responsabilità per quello che combinano; ma qualsiasi cosa si possa dire al riguardo, anche se comprovata e civilmente argomentata, sbatte sempre contro il muro di gomma del vittimismo femminile.”

    Quindi sai che ti dico: hai ragione tu.”
    Dimmi dove ho usato la seconda persona plurale parlando degli uomini.
    Però sono le femministe al 99% misandriche e a generalizzare.
    Tu invece senza nemmeno sapere se sia una donna o no.

  18. NON ho scritto che tutte le donne sono sessiste né lo penso, ma che la maggior parte di loro voglia la parità di trattamento a seconda della convenienza (e questo è sessismo) è un fatto conclamato e persino istituzionalizzato: talmente comune e diffuso che ormai persino gli uomini fanno fatica a vederlo.
    Io insisto per regole uguali e ugualmente applicate ad uomini e donne e tu, invece, quando si tratta di donne, sei sempre lì a cercare giustificazioni.
    Il femmnismo non è meno sessista del maschilismo, è solo più ipocrita e vittimista.
    Vedi, anche se io fossi sessista, cosa che non è, anche se tu fossi un uomo, cosa della quale dubito, questo non giustificherebbe certi tuoi commenti né cancellerebbe le leggi sessiste esistenti né modificherebbe le realtà che ho citato.
    Paul Valéry scriveva: ‘quando non si può attaccare il ragionamento, si attacca il ragionatore.’

    • “NON ho scritto che tutte le donne sono sessiste né lo penso, ma che la maggior parte di loro voglia la parità di trattamento a seconda della convenienza (e questo è sessismo) è un fatto conclamato e persino istituzionalizzato: talmente comune e diffuso che ormai persino gli uomini fanno fatica a vederlo.”
      Ma dove? Hai fatto un sondaggio?
      “o insisto per regole uguali e ugualmente applicate ad uomini e donne e tu, invece, quando si tratta di donne, sei sempre lì a cercare giustificazioni.”
      Io? Dove?
      “Il femmnismo non è meno sessista del maschilismo, è solo più ipocrita e vittimista.”
      Il corrispettivo del maschilismo è il suprematismo femminile, non il femminismo.
      Il punto è che dove c’è movimento c’è l’estremismo.
      La presenza di suprematisti neri rende sbagliata la lotta al razzismo e il movimento riducibile in toto a questo?
      Ovunque ci sia da combattere per cause giuste c’è chi lo porta troppo oltre ad estremi tragicomici. C’è il capitalismo liberista che sfrutta manodopera al limite e devasta l’ambiente? C’è chi è convinto che la soluzione sia il controllo statale assoluto ed eliminare ogni proprietà privata. E’ una cosa stupida ma che non rende più giusto il suo contrario.
      “Paul Valéry scriveva: ‘quando non si può attaccare il ragionamento, si attacca il ragionatore.’”
      Senti chi parla. Hai scritto “anche se tu fossi un uomo, cosa della quale dubito, questo non giustificherebbe certi tuoi commenti”
      Forse è proiezione, scusami un po’
      Vabbè hai ragione tu ;D. Scherzo, se ti lasci andare un po’, in fondo è una corrispondenza occasionale che sta durando nel tempo, cerchiamo di capirci.
      Comunque avevo risposto punto per punto a dei tuoi vecchi post, sulle donne manesche e chi pensa agli uomini etc.
      Avevo risposto che la violenza è sbagliata in generale a parte per difendersi, quindi sbagliano le donne manesche e molte femministe denunciano comunque come sessista l’idea dello schiaffetto come veniale e dell’uomo che incassa. Non mi sembra tanto un’idea femminista ma un po’ pseudoromantica, vicina alla cavalleria :D.
      Anche il patriarcato è una fregatura per tantissimi uomini eh e lo è sempre stato.
      Nella mia idea la difesa ovviamente va commisurata alla minaccia a prescindere dal sesso.
      Condivido per quanto riguarda la tua risposta al mio esempio di uomini meno robusti che vanno a stuzzicare the rock o Tyson o Castrogiovanni, che sarebbe alquanto stupido schiaffeggiarli da parte di uomini meno corpulenti come me e, poniamo te (esempio perchè non ti conosco), va evitato per tantissime buone ragioni, ma di certo da parte loro colpire con tutta la loro forza dal momento che la loro forza causa più danni è eccesso di legittima difesa. Però ho visto maschilisti finto paritari argomentare sostanzialmente che o una è pronta a prendere botte, perchè apparentemente è così che ci si confronta tra uomini o niente parità. Questo vale solo per chi, uomo o donna, si cerca le risse, allora sì.
      Sulla pensioni, secondo me sì, a parità di condizioni l’età di pensionamento dovrebbe essere uguale. Se ci sono differenze date dalle condizioni coniugali si devono applicare indipendentemente dal sesso e spero si faccia così (:.
      Potrei consigliarti Menslib di reddit comunque, perchè affronta proprio tali argomenti.
      A presto.

  19. Non bastano le leggi sessiste?! Come (ad esempio) quella che favorisce l’imprenditoria femminile, con la scusa che servirebbe a compensare le discriminazioni.
    Come se si potesse combattere una discriminazione (peraltro inesistente, perché la legge precedente non faceva distinzione) facendone un’altra!
    Ovviamente, tutte le femministe favorevoli a qualsiasi legge sessista vada favore delle donne; con tanto di applausi e dichiarazione: ‘un grande passo verso la parità’… Senza parole!
    Questa è una delle tante, che fa il paio con le altre leggi sessiste e con i commenti sessisti delle donne che si sentono ovunque, in tv e in giro (ma se li fanno le donne è ok).
    Ovviamente, nel caso delle donne sono bollati come ‘sessismo benevolo’ (figùrati) e, come sempre, giustificati.
    Non a caso il primo slogan femminista è ‘più potere alla donne’, non ‘più meritocrazia’, ma ‘più potere alle donne’… Per diritto di nascita!
    Non ti ho attaccato, ho solo precisato che molto di quello che scrivi è sessista, dato che hai cercato di giustificare comportamenti femminili ingiustificabili, indipendentemente dal tuo genere.
    Ti ho spiegato quali siano, in un lungo post e tutto il tuo problema, alla fine, era il mio parlare al plurale o il mio non sapere il tuo sesso.
    Tanto per dirne un’altra, quando ti ho fatto notare come molte donne abbiano lo schiaffo facile, hai risposto ‘E’ dato in genere ad una persona che si conosce e se non si conosce mi viene in mente che spesso è in seguito a molestie e palpeggiamenti’… Chiaro, la colpa è, sempre o quasi sempre, di un uomo! (sessista)
    Ma immagino che adesso rigirerai la frittata, come hai fatto fino ad ora.
    C’è poco da lasciarsi andare, è una vergogna, altro che pari opportunità!
    Mai sentito le femministe battersi perché non ci sono abbastanza donne muratore (tutte le dirigenti vogliono fare) o per abolire le leggi che favoriscono il ‘gentil’ sesso.
    Un movimento per la parità di trattamento, non difenderebbe le donne fregandosene degli uomini o viceversa e, per nessuna ragione, accetterebbe leggi discriminatorie.
    Non esiste parità di trattamento del tipo ‘a convenienza’.
    Non esiste parità di trattamento del tipo ‘a compensazione’.
    Non esiste parità di trattamento del tipo ‘ma io sono una donna’.
    Non esiste parità di trattamento del tipo ‘a percentuali’ (chi si propone e merita ottiene)
    C’è una sola parità di trattamento: quella che applica le stesse leggi/regole a tutti!
    Ma le femministe da questo orecchio non ci sentono e anche tu ci senti poco a quanto vedo.
    Sondaggio?! Volevi pure il sondaggio?! Ma seriamente?!
    Non servono sondaggi, basta osservare quello che succede: pIù ipocrita e sessista di una femminista c’è solo due femministe.

    • Avevo anche scritto “Potrei fare lo stesso discorso per una coppia gay dove uno dei due è più piccolo e l’altro è più massiccio”
      ma convengo che quella frase era sbagliata e forse non esprimeva bene quello che volevo dire. Forse vittima incoscia culturalmente del bias cavalleresco inculcato, tuttavia, non dal femminismo, al limite non abbastanza messo in discussione, ma almeno nelle discussioni su internet in tema femminista trovato molto scivoloso e problematico e che quindi deve essere abbandonato dal femminismo nonostante l’apparente convenienza per il riferimento più al ruolo sociale della donna e dell’uomo, convenendo invece su in idea più simile alla mia, cioè applicabile a tutte le differenze di forza e valida solo in caso di autodifesa.
      Però la risposta era nel contesto di quanto avessi affermato prima, che mi sembrava generalizzare sulla tendenza delle donne ad essere manesche o a farla più grande di quanto non fosse, ma condivido che la parte conoscere non so come mi è venuta, forse pensando agli schiaffetti dati in confidenza, ma è evidente che non stavamo parlando di buffetti. Sto pensando però a quanto nella cultura maschilista o comunque da caserma, il gioco di mano al limite della violenza sia spesso incoraggiato tra ragazzi, per fortuna ora meno.

      L’unione Europea comunque ha disposto che l’eta di pensionamento di uomini e donne siano parificate, sulle prime pensai che era giusto purtuttavia ci fossero anche altri problemi da risolvere, ma che sarebbe benaltrismo chiedere che prima si occupassero a livello europeo di altri problemi come congedo parentale, ma era qualcosa che va vista positivamente comunque, speriamo abbiano messo lo stesso impegno su questi aspetti strutturali.
      Penso che le discriminazioni ci siano in termini lavorativi e di cultura, ma si combattono quelle direttamente e sì, gli incentivi alla partecipazione femminile dovrebbero essere di tipo culturale, non economico.
      “Ma le femministe da questo orecchio non ci sentono e anche tu ci senti poco a quanto vedo.”
      Vedo che insisti su questo, è il tuo orecchio che va un po’ a senso unico.
      Ho tirato in realtà fuori quella notizia da femminista in un blog femminista esprimendo perplessità, se vera.
      Comunque fai lo stesso errore di parte del femminismo nei confronti di Mra, non sono tutti misogini anche se purtroppo molti di loro nei loro spazi ne tollerano di diversi. Pensano quindi che il femminismo sia contro le rivendicazioni.
      Le tue liste punto-proiettile sono le loro stesse, non c’è nulla di male. Il femminismo se la prende con loro nella misura in cui essi in gran parte vedono nel femminismo la causa di aspetti strutturali che svantaggiano gli uomini, alcuni veri altri presunti tali, si focalizzano troppo nel cercare misandria nel femminismo piuttosto che guardare le cause strutturali la cultura liberista, etc. lo stesso maschilismo. Ad esempio nei lavori pesanti molte donne che vorrebbero parteciparvi sono scartate per motivi di fisicità e purtroppo per quanto l’inidoneità femminile venga spesso esagerata, a differenza di quanto si considera la donna meno capace intellettualmente, qui una base fisiologica c’è, sulla differenza media nella struttura fisica, figurati quindi se, negli anni 80 poteva attechire facilamente questo quando già si faceva fatica a considerare delle donne competenti in ambito ingegneristico, medico, etc.
      Infatti per le persone di colore il gap sui lavori pesanti non c’è, per chiari motivi storici e fisiologici nei due gruppi storicamente discriminati (non oggi quanto in passato).
      Viceversa Mra ce l’ha con il femminismo, chi suppongo in buona fede credendolo misandrico e perchè ce l’ha con Mra a sua volta perchè lo crede misogino in quanto si concentra a demolire il femminismo.
      Io penserei invece di vedere entrambi i gruppi alleati da prospettive diverse per lo stesso fine antisessista, anche se lo so che sono un visionario, sempre meglio che pensare che mai possa cambiare nulla, anche perchè così non è stato.
      Ovviamente non risolviamo tutto, posso avere un parziale disaccordo in ciò che vai a definire misandria, di conseguenza puoi credere che sia sistemica e non un estremismo interno come negli esempi che ti facevo all’inizio.
      Perchè ti ripedo è matematico, quando volessi aprire il tuo blog antisessista e quindi appassionatamente antifemminista perchè molto devoto a quell’idea che il femminismo sia sessista al 99%, “inviterai” qualche commentatore che vedrà in questo un invito alla misoginia, un altro che giustamente in parte dal suo punto di vista punterà a demolire anche il femminismo delle origini e il progressismo in generale. Se tollererai il loro punto di vista e non ti accorgerai del loro sessismo, ovviamente il femminismo ti accuserà di maschilismo visti i tuoi commentatori. Ma se non lo farai sarà diverso.
      Nel blog femminista che frequento commentatrici realmente misandriche, poche, viene fatto chiaramente capire dalla bloggher che non condivide. Esempio una che pensava che gli uomini fossero inferiori intellettualmente alle donne e naturalmente portati all’aggressività sessuale. Anche se so che troverai comunque misandrici molti post nella loro impostazione, non che io sia sempre d’accordo su tutto, ma lo dico chiaramente nel caso e chissà perchè le discussioni sono state costruttive (:.
      So che a tuo dire la componente misandrica è infatti strutturale e dominante, magari quasi al livello della componente patriarcale in passato, quindi non è qualcosa limitabile allo strawman, cioè all’estremismo presente in ogni movimento e usato per invalidarlo.
      Anche se ritengo che qualche strawman ci sia.

  20. Ah, dimenticavo: comunque hai ragione quando dici che il corrispettivo del maschilismo è il suprematismo femminile e non il femminismo.
    In effetti, le femministe sono peggiori di quelle che predicano il suprematismo femminile: sessiste uguali, ma almeno le seconde non sono ipocrite.

  21. Comunque ti avevo risposto da subito sulle donne che sbagliano, dicendo che le donne sessiste e maschiliste esistono eccome. Certo non sempre c’è l’intenzione sessista nel dire troia, siamo d’accordo, certi articoli esagerano e sono forzati. Rispondevo solo che la presenza di donne che lo fanno non dimostrerebbe di per sè l’assenza di sessismo.
    O che dire che ci sia di mezzo l’influenza delle cultura patriarcale sia accusare gli uomini e trovare attenuanti alle donne rispetto agli uomini. Le femministe con cui ho parlato confermano quanto penso cioè che nel portare aventi idee patriarcali abbiano quando lo fanno meno responsabilità degli uomini.
    Anche gli uomini possono essere esposti (ma anche no, può anche non attechire, per diversi complessi motivi, come tutti gli agenti e le influenze culturali) a tali idee, non è che vi nascono, stessa cosa le donne, quindi l’essere influenzate, proprio come lo sono gli uomini, non è un attenuante.
    Sì vale anche per le idee misandriche, aggiungiamoci certo.
    Che però parlare di cultura patriarcale non è accusare gli uomini, come non è accusare i bianchi parlare di cultura razzista. Nessuno dei due vi nasce, ma sto ripetendo il vecchio posto.
    Da lì, diciamo mi hai attribuito di cercare attenuanti per le donne quando ho detto da subito il contrario. Lo dico senza polemica, capita di fraintendere.
    In effetti gli insulti sono misti nella loro componente sessuale.
    Anche porco è alquanto negativo. Sì a volte è il maniaco i cui approcci ossessivi sono poco graditi, l’orco pervertito. Ma anche quello che ha “successo” e tradisce la compagna, proprio come la troia, che è la femmina del maiale. E purtroppo c’è l’accezione sessista della donna che è stata con troppi uomini, a prescindere che abbia tradito o no in una relazione, che è vero che ora esiste anche per gli uomini da parte di alcune donne, quindi giudicato male per una presunta poca propensione alla fedeltà. Ma almeno in teoria la cosa qui non è unilaterale e si applica ad entrambi, mentre per le donne il discorso chiave-serratura è unilaterale.
    Comunque non possono togliermi “troie di regime” di De Andrè.
    Poi figata è positivo e cazzata è negativo.

  22. Risposta ad un vecchio punto, dove rispondi così.
    “Ho già spiegato che, anche se il fatto di andare in pensione prima, non è una rivendicazione femminista, non significa che sia giusto così. Questa è un’altra disparità di trattamento a danno degli uomini, che un movimento sessista come quello femminista, accetta senza fiatare, dato che torna a favore.”

    Ok non dimentichiamo però gli antecedenti. Nel post che precede il post mio al quale tu rispondi dici:
    “il fatto che le donne possano andare in pensione prima, siano ‘grandi passi avanti per i diritti delle donne”
    Per cui io rispondevo così.
    Non mi risulta che sia stata una rivendicazione femminista, era già così. Tuttavia in un sistema culturale dove la divisione dei compiti, continua a latitare e a rimanere tradizionale è difficile sentire l’urgenza di parificare le pensioni.
    Quindi rispondevo al fatto che sembravi ritenere che il femminismo vedesse in essi dei grandi passi avanti. Ovvero che non fosse una rivendicazione. Con questo non intendo che lo trovassi giusto.
    E quanto a misandria e al sessismo, già avevo fatto gentilmente presente nel tuo caso post come “chiacchiere da bar, anzi da donne”, ok non è misandria, quindi. Oppure l’incapacità delle donne di concepire la vera parità di trattamento.
    “In effetti, la donna media, non possiede il concetto di parità di trattamento: ci si riempie solo la bocca.”
    O quello sulla frequenza di accuse false come “comunissime”
    Non dico sia necessariamente sessista, ma allora non sta insieme con il vedere il riferimento alla cultura patriarcale come “colpa degli uomini” o anche gli stereotipi sul padre scemo che in fondo sono il rovescio delle vecchie vignette, anche divertenti sulla moglie rompicoglioni, es. Andy Capp, a sua volta mostrato come uno scioperato comunque.
    Ho notato che c’è un mio vecchio post ancora in attesa di approvazione, per qualche motivo però è di fine dicembre 2019, ma forse l’hai visto anche se non è comparso qui.
    Comunque intendo affrontare anche l’aspetto affido, alimenti, quanto c’è di vero e di sbagliato, da entrambe le parti ed è davvero triste che ci debbano essere delle parti ed un gruppo che per qualche motivo sembra avere differenze di trattamento. Perchè anche ci fosse una componente patriarcale sarebbe sbagliato per il femminismo non denunciarla, dico se fosse vero. Però secondo me è il puzzle complementare di due rispettivi cavalli di battaglia di femministi e mra, secondo me da affrontare nelle cause sistemiche.

  23. “anche dovesse favorire le donne a parità di merito, resta una legge sessista!”
    Vero teoricamente, infatti è riferito solo a quando, per qualche motivo, nonostante la parità di merito ne vengano assunte significativamente meno. Anche se è nato per lo più per combattere le discriminazioni razziste.
    La versione di quote riservate è sempre più deprecata ed è rimasta solo quella di quote anti discriminazione anche se dovrebbe tenere conto di percentuali di popolazione specifiche per ogni posto di provenienza del candidato all’impiego.

    • Dimenticavo, ovviamente la proporzione vale sul numero di candidati, se su 10 candidati 3 sono donne e 7 uomini, e ci sono 5 posti, se tra una o 2 donne e 3 o 4 uomini vengono assunti, ovviamente se idonei, non sarebbe discriminazione e non riterrei giusto chi volesse fare sì che 5 debbano essere riservati a donne a prescindere anche se non a parità di merito.
      Se dovesse essere un problema il minor numero di donne che si propongono in una data attività, questo è qualcosa su cui è meglio intervenire a livello sociale e culturale.
      Certo questo deve valere anche per gli uomini che abbandonano l’università, perchè succede?
      Però lascerei perdere chi dice che è per l’ambiente troppo femminile, ovvero quelli di uomini 3000 perchè loro sono separatisti e non li prendo sul serio.

  24. Quanto alle accuse di violenza false, ti confermo che sono la maggior parte: addirittura ormai certi legali le suggeriscono in fase di separazione/divorzio alle clienti, per gli ovvi vantaggi ottenibili. Cosi come altre accuse di violenza vengono mosse per interessi economici di vario genere o per vendetta/rabbia.
    Ti mostrerei, se potessi, il video di un mio vicino, effettuato con telecamera nascosta all’insaputa della compagna, in cui lei chiama i carabinieri per violenza, mentre è comodamente seduta sul divano a fumare (lui neppure era in casa!).
    Ti mostrerei un tizio che dormiva su una brandina chiuso in una stanzetta in casa, perché lei andava a pizzicarlo in faccia appena si addormentava, incitandolo a picchiarla (sì, hai letto bene, lo incitava a picchiarla).
    Lei aveva già chiamato varie volte per denuciare che lui la stava picchiando, ma poi, giunti sul posto, lei era sempre fresca come una rosa (con la figlia di nove anni che non capiva cosa volesse la polizia dal padre e lo difendeva piangendo): alla terza chiamata le è stato fatto capire chiaramente di ‘finirla’.
    In pratica, non avendo lei prove per denunciarlo (causa violenza inesistente), sperava di indurlo a procurargliele.
    Questo poveraccio neppure poteva andare via da casa, per non essere denunciato per abbandono del tetto coniugale (anche per non abbandonare/perdere la figlia), quindi doveva subire le continue angherie della moglie (uno dei tanti come lui).
    Oppure posso dirti del mio ex dentista, uomo assolutamente non violento, che qualche anno fa si è impiccato nel garage il giorno di natale, perché la moglie (con tecniche simili e scuse varie) gli impediva regolarmente di vedere i figli che lui adorava.
    Potremmo anche parlare, ad esempio, delle accuse mosse a Trump (uomo che, tengo a precisare, non apprezzo) da svariate donne, per presunte o reali violenze, delle quali si sono ‘casualmente’ ricordate tutte insieme e, sempre ‘casualmente’, solo durante il periodo elettorale!
    E quante donne hanno accusato di violenza personaggi famosi, che se però pagano cifre adeguate, il dispiacere passa e ritirano la denuncia?! (vedi il caso di Ronaldo).
    D’altro canto, se sei ricco e sei uomo, anche se sei innocente, ti conviene di più pagare che affrontare la gogna mediatica.
    Accusare un uomo di violenza è facile, comodo e sicuro. Tanto poi, pure se non è vero, in pratica l’accusatrice rischia ben poco: tipo la tizia che fece fare al marito la galera per pedofilia per avere l’assegnazione dei figli (scagionato dai figli stessi tre anni dopo)…
    Lui: vita rovinata. Lei: finito tutto a tarallucci e vino, nonostante avesse infine ammesso d’avere inventato tutto.
    Altro che casi isolati, ormai la denucia ‘di comodo’ è diventata una moda.
    Come ti ho già scritto, la mia ragazza (che si occupa di situazioni ‘difficili’ riguardanti minori) ci sbatte la faccia tutti i giorni e ne è disgustata.
    Persino nei casi di pedofilia, (non così rari come si crede tra le donne), l’atteggiamento generale nei confronti delle donne, è sempre quello di cercare una giustificazione e, nel caso di coppie (entrambi pedofili), la difesa di lei cerca puntualmente di dimostrare che lei è una vittima di lui.
    Ricordo ancora una trasmissione di qualche anno fa, l’ennesima all’insegna del vittimismo femminile, in cui Simona Izzo (unica voce fuori da quel coro), parlò di quanto comune fosse, nell’ambiente dello spettacolo, trovare donne disposte a darla a chiunque pur di fare carriera, salvo poi fare le vittime di molestie e violenze, una volta raggiunto lo scopo.
    Oltretutto, dichiare che sei stata vittima di violenza decenni prima, è un ottimo modo per aumentare la tua popolarità quando questa sta scemando: se poi anche lui non c’è più e non può difendersi, è ancora meglio.
    Oppure potremmo parlare dei commenti sessisti sugli uomini, a volte fatti persino al telegiornale, pronunciati dall’annunciatrice con una nonchalance da far ammutolire.
    Persino nei cartoni animati (cosa di cui ti ho già parlato) si vedono cose che, a sessi invertiti, avrebbero scatenato le ire femministe.
    E che dire della buffonata dei mestieri al femminile (ministra, sindaca, fisica…) che devono finire in ‘a’ altrimenti c’è sempre qualche idiota che si sente discriminata.
    Il mio nuovo dentista aveva pubblicato, mesi fa, un annuncio per un’assistente alla sedia e, tra le tante, si era presentata una tizia, precisando che lei era lì per il posto di assistentA e non di assistentE.
    Lui l’ha congedata subito, dicendole che, per il posto di assitentA, doveva rivolgersi a un dentistO.
    So che sembra una battuta, ma è tutto tristemente vero.
    Il mondo è pieno di uomini il cui lavoro/incarico finisce in ‘a’ e nessuno sta lì a pignucolare, pretendendo di farsi chiamare elettricisto, pediatro, atleto, musicisto, ebanisto, sentinello, piastrellisto, commercialisto…
    Ho un amico che di mestiere fa ‘la guardia giurata’ e non l’ho mai sentito piagnucolare perché si sente discriminato in quanto non lo chiamano ‘il guardio giurato’!
    Sarà perché lui è una persona intelligente e, soprattutto, non soffre di vittimismo sessista congenito: infatti è un uomo!

  25. Poi ti trovi a leggere articoli come questo, che parlano di donne discriminate e maltrattate, peccato però che ovunque si sentano donne che si vantano delle superiori capacità femminili, che in casa comandano loro, che solo loro sanno cosa è giusto per i loro figli, che gli uomini sono tutti violenti, immaturi, irresponsabili, superficiali… Per commenti molto meno sessisti, un uomo verrebbe immediatamente crocifisso.
    Una delle frasi che più spesso ho letto/sentito è quella di Charlotte Whitton, donna lesbica e misandrica (lesbica sono fatti suoi e non mi tocca, misandrica sì): ‘Le donne devono fare qualunque cosa due volte meglio degli uomini, per essere giudicate brave la metà. Per fortuna non è difficile.’.
    La prima parte è discutible, la seconda un semplice insulto al genere maschile: uno dei tanti prontamente raccolti dal popolo femminista.
    E vogliamo parlare di frasi deliranti del tipo: ‘noi donne diamo la vita’…
    Nessuno dà la vita. Le donne come gli uomini, possono solo dare la morte o, al massimo, salvarla quella vita.
    Ovviamente, ospitare la vita aspettando che si sviluppi autonomamente, anche se per nove faticosi mesi, non equivale a darla, ma quando ti credi un essere superiore la differenza sparisce.
    Già solo il fatto che le donne siano mediamente più deboli, dimostra come certi lavori siano meno adatti a loro, ma loro vogliono farli lo stesso, perché loro fanno tutto due volte meglio degli uomini ed è facile… giusto?!
    Però poi, giunte al punto, quello che non conviene, non vogliono farlo e non lo fanno.
    Chiaro che ci sono le eccezioni (donne forti e uomini deboli)… E a me sta bene che tali donne accedano agli stessi ruoli degli uomini: è giusto, ma solo se accettano di passare le stesse prove e di prendere gli stessi, pesi, rischi e responsabilità dei loro colleghi. Senza favoritismi.
    Invece vogliono le prove fisiche più facili, le percentuali, le leggi a favore… (Perché io sono donna).
    Del resto, la parità a convenienza è da sempre un grande classico femminista: tante le chiacchiere, poi al momento dei fatti, spuntano le scuse e la parità sparisce.
    Poi senti dire frasi sessiste (persino dagli uomini) tipo: ‘vogliamo un presidente donna…’.
    Io invece voglio un presidente onesto e capace: il sesso non m’interessa.
    Dai, magari parliamo anche dei fallimenti femminili: la colpa è sempre di qualcun altro (in genere uomini) e, anche quando hanno fatto tutto da sole, c’è sempre qualcosa o qualcuno che le ha indotte in errore: quindi, alla fine, non è colpa loro.
    In effetti è comodo ripararsi dietro la scusa della discriminazione quando fallisci.
    Perché se un uomo è incapace è incapace… Se una donna è incapace è stata discriminata.
    Come la storiella delle streghe: ancora oggi, dopo seicento anni la Lo Consolo ci piange sopra (e non solo lei).
    La citano come esempio di sessismo e discriminazione… E la discriminazione in cosa consisteva? Nel fatto che gli inquisitori fossero tutti uomini (e vogliamo fare le pretesse inquisitrici pure noi) o nel fatto che venissero bruciate le donne?
    Perché le donne accusate di stregoneria, venivano torturate fin quando non confessavano anche quello che non avevano fatto, poi venivano date al rogo per la ‘purificazione’.
    Mentre gli uomini, in effetti, non venivano accusati di stregoneria, ma in compenso venivano accusati d’eresia, torturati anche loro fin quando non confessavano quello che l’inquisitore voleva sentire, poi messi ugualmente al rogo come le donne.
    Cambiava la parola, ma non il risultato… E tutte lì a piagnucolare citando Giovanna D’arco, ma nessuna che ricordi, ad esempio, Giordano Bruno (e tanti altri come lui, arsi nell’anonimato come le tante presunte streghe).
    La santa inquisizione non risparmiava alcuno, bastava il minimo sospetto per finire bruciati, indipendentemente dal sesso.
    Ora abbiamo la guerra in Ucraina: i bambini (e per loro è giusto) e le donne possono uscire dal paese, gli uomini no, nessun uomo può farlo. Ma come no?! Ah già, la vita degli uomini vale meno, quindi va evitato che il bambino possa andare con il padre.
    Eh sì, perché noi donne abbiamo una marcia in più: siamo più sensibili, più capaci, più intelligenti e, quando c’è un problema serio, prendiamo in pugno la situazione e…
    No no, la facciamo risolvere agli uomini… Come al solito (e con rare eccezioni alla ‘regola’).
    E chissà quali stupidaggini femministe verrano fuori per giustificare questa ennesima disparità di trattamento.
    Comunque, per fortuna oggi è la festa della donna. Che bello! Però non ricordo quand’è la festa dell’uomo… Ah, già, non c’è.
    Non che m’importi molto di avere la festa dell’uomo, ma non posso fare a meno di pensare a quale enorme piagnisteo, isterico e collettivo, ci saremmo dovuti sciroppare se fosse stato al contrario: per via delle povere donne discriminate ‘che loro la festa non ce l’hanno e gli uomini invece sì’.
    Poi, se lo fai notare, ti dicono che la festa delle donne è stata istituita per ricordare le molte donne perite in un incendio in una fabbrica l’otto marzo… E allora?!
    Che c’è da festeggiare?! Ma, a prescindere, lo sapete quanti uomini sono morti sul lavoro, nelle miniere, nelle fabbriche e in ogni luogo, in situazioni analoghe?! Come mai non festeggiamo anche quelli?
    Ancora oggi, il 90 per cento dei morti sul lavoro è costituito da uomini… Festeggiamo!!!

  26. Sono stanco di sentire stupidaggini sulle percentuali, sulle leggi a favore, sul politically correct e tutto il resto dello schifo ipocrita in cui viviamo.
    Tutti lì a dire che bisogna valorizzare le diversità, a parlare d’inclusione, d’accettazione delle differenze, salvo poi appiattire tutto pretendendo pari percentuali, calpestando differenze, desideri e inclinazioni, raccontando ai bambini che avere un padre e una madre è uguale ad avere due padri o due madri, tanto un genitore vale l’altro.
    Esiste una sola condizione di parì opportunità: quella che applica le medesime regole a tutti, secondo il sacrosanto principio della meritocrazia.
    Una pari dignità che accetta e valorizza quelle differenze che dovrebbero unirci, completandoci, invece di dividerci.
    Una parità non piegata e usata per ragioni personali e/o politiche, che accetta di buon grado che le percentuali possano essere diverse, perché uomini e donne sono diversi; perché pure a pari capacità, diversi sono i gusti, i desideri e le inclinazioni (persino tra persone dello stesso sesso).

    E tu ancora mi parli di quote antidiscriminazione e d’intervenire a livello sociale per vedere il problema del minor numero di donne che si propongono in una data attività!
    Il femminismo è un movimento indegno di qualsiasi paese civile: una vergognosa corsa al potere, concentrato di sessismo e ipocrisia, in salsa vittimista.
    Chi ancora lo difende, non è migliore di chi considera le donne esseri inferiori e dovrebbe solo vergognarsi.

    • Personalmente sono d’accordo a parimenti su alcune dichiarazioni. Personalmente sono un indiduo “patriarcale”. Più che tale mi ritengo capace di scindere la realtà dall’illusione. Sono anche misogeno se per voi è utile dirlo.
      Innogni caso il termine “troia” è usato appositamente come insulto sessista cosi come è un insulto sessista sminuire le dimensioni del pene. “Troia” implica un concedere se stessi troppo facilmente e “Piccolo” invece è inteso con la poca capacità di soddisfare la/il partner. Sono due ambiti che hanno stessa valenza e stesso scopo, sminiure il corpo dell’altro/a. Per me usarli è tantomeno un insulto come gli altri. Tanto come “fallito”, “inutile”, “demente”, “bastardo” tutti insulgi che tolgono individualità.
      Tutti questi insulti non dovrebbero essere usati in ambito politico o professionale. Fuori invece non sono cosi sbagliati sono solo insulti usati al fine del perche non si puo ribattere.

      Il femminismo personalmente lo vedevo positivo ma essendo una persona che anela alla famiglia noto che il femminismo sta facendo emergere l’egoismo infividuale sia nelle donne che negli uomini. Quindi ora si parla di non famiglia tradizionale, poi non famiglia allargata , ed infine di rimanere single che è meglio.
      La parità è lontana sia per le donne che per gli uomini.
      Essendo maschio parlo di un “problema maschile”. Da noi esiste il “maternal preference” nelle separazioni. Che per me è giusto perchè anche se ci si illude che non sia cosi, la madre è necessaria per i figli piu del padre. Ma il Femminismo se fosse coerente dovrebbe eliminarlo dal giudizio di separazione magari dando il bambino al genitore con piu reddito (in grado quindi di sostenerlo).
      Il Femminismo è molto incoerente a mio parere e ripeto io sono “patriarcale” nel senso che i ruoli devono essere scelti e perseguiti nel formare una famiglia, mettendola al primo posto e cooperando per la famiglia non per il proprio egoismo. E se fosse “Matriarcale” andrebbe benissimo lo stesso basta che i ruoli rimangano saldi e che si lavori per mantenere salda la famiglia non se stessi.
      Anche perche nelle famiglie tradizionali molto piu di quanto si dica è la moglie/madre a comandare perchè è la padrona della casa. Ma saro io all’antica.

      Il Femminismo per me prima valorizzava la Donna ora valorizza la Donna Single che è libera di saltare da una relazione all’altra, come facevano alcuni uomini del passato e che al tempo venivano considerati “don giovanni” da giovani ma falliti da adulti. Incapaci di costruirsi una famiglia o di tenersi una donna. Non a caso si usava il termine “mettere la testa a posto”. Perche un conto è divertirsi un conto è maturare. E prima costruire una famiglia era sinonimo di maturità.
      Per me è giusto perche la famiglia positiva è il fondamento di una crescita sana di un individuo futuro.

      Un altra cosa per me poco costruttiva del Femminismo è questo discorso delle energie. Ho sentito che in America parlano di energie Maschili e Femminili e che le energie femminili devono emergere dagli uomini e quelle maschili dalle donne.

      Ora da “maschilista” devo dire che se le donne si vogliono trasformare in uomini e viceversa (non trans ma nell’indole) poi non si lamentino però che non si trovano piu “uomini veri” o “donne vere”.
      Per me e solo per me, in un rapporto eterosessuale il maschio deve essere il maschio e deve ricordarselo e ricordarlo alla sua signora. E viceversa. Altrimenti ma coppia non funziona. La signora si ritrova un uomo con energia “femminile” quindi emotivo e bisognoso di protezione e lo lascia perchè non è un uomo è un bambinone.
      Per me e solo per me alle donne, anche quelle che lo negano in principio, non piace l’uomo emotivo ma l’uomo che risolve i proprii ed i suoi problemi emotivi. Queste donne fanno un associazione impropria e se ne rendono conto troppo tardi. Quando lui ormai è svaccato sul divano in preda a paranoie emotive.
      Idem per le signore, non puoi osteggiare un carattere troppo maschile, quindi di sopraffazione e di sostentamento/repressione emotivo, perche essendo femmina senti il bisogni di essere curata emotivamente e non trovi riscontro, e quando un uomo vuole comportarsi da uomo questo co.portamento fa sentire l’uomo inutile o peggio COSTRINGE ad essere emotivo e meno maschile.
      È il subconscio questo.
      Non so io e mia moglie siamo all’antica. Vecchi dentro forse ma per noi funziona cosi.
      PS: la mia famiglia è “Matriarcale”

      Comunque secondo me il femminismo ha due facce. Sta positivamente risollevando il valore della donna ma sta negativamente distruggendo un valore familiare che funziona.

      Questo molte donne celibi o separate dai 35 in su lo stanno notanto. Perchè non si può fare tutto da soli per sempre.

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