Da consulente a businessmum

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di Caterina Della Torre

E’  la storia di Mirna Pacchetti, mamma in attesa con pancione in esplosione. Trentaquattro anni, milanese, in attesa di un secondo figlio anzi, pardon..figlia. Si definisce una BusinessMum perché è una mamma che lavora. Come ce ne sono tante e come lei che cerca di destreggiarsi tra impegni familiari e lavorativi: a volte arrancando, a volte facendo qualche piroetta ben riuscita.

Che lavoro hai fatto in precedenza? E ora?
Sono una consulente marketing e mi occupo di fornire consulenza strategica ed operativa a PMI e start-up per il lancio o rilancio di prodotti e servizi.
Prima di mettermi in proprio ho lavorato per circa dieci anni negli uffici marketing di aziende di medie e grandi dimensioni, occupandomi di ciò che poi avrei fatto in proprio e costruendomi una professionalità.

In parallelo a fine 2011 ho fondato BusinessMum, l’associazione senza scopo di lucro che si occupa di farsi portavoce del diritto ad una genitorialità di mamme e papà che lavorano, dialogando con istituzioni, aziende e genitori.

Come è nata la tua idea rivolta alle mamme e perché?
L’idea embrionale di BusinessMum è nata quando sono rimasta incinta della mia primogenita ed ho scoperto che in Italia esistono mamme di classe A (le lavoratrici a tempo indeterminato) che hanno una lunga serie di diritti imprescindibili e mamme di classe… Z! Ovvero tutte le altre mamme che lavorano in proprio o con contratti atipici.
Queste ultime hanno diritti minori, facilmente perdibili per minuscoli cavilli burocratici e che riducono la loro tutela ad una costante questua per uffici pubblici che porti all’unico risultato di scoprire che forse, se tutto andrà bene, riusciranno ad ottenere qualcosa.
Essendo tra le mamme di classe Z, vittima di questa sperequazione, ho cercato un’associazione che mi supportasse, non avendola trovata ho deciso di crearla per fare gruppo con altre mamme e dar vita ad un coro forte e chiaro che rivendichi diritti standard per tutte le mamme ed un welfare (aziendale e sociale) realmente a misura di famiglia.

Ci parli delle iniziative che vorresti realizzare?
Partiamo da un assunto: dare alla luce una nuova vita non è solo il più bell’atto d’amore che possa essere compiuto, ma anche la garanzia che la nostra società avrà un futuro. Senza nuove generazioni l’economia è destinata a morire e con essa tutti noi.
Preservare il diritto alla genitorialità e la tutela della famiglia come bene primario di una società evoluta è quindi uno dei primi intenti di BusinessMum, che è attivamente coinvolta in progetti atti a migliorare la qualità della vita e a facilitare il lavoro quotidiano delle mamme.
L’associazione vuole farsi portavoce delle istanze delle mamme, spingendo aziende ed istituzioni a promuovere politiche di welfare che indiscriminatamente vadano a vantaggio di chiunque sia genitore e portando alla loro attenzione argomenti molto importanti per la tutela della genitorialità, tra i quali:
Telelavoro
• Flessibilità lavorativa
• Parità di diritti tra neo-mamme e neo-papà – riforma dei congedi parentali, paternità, congedo retribuito alla nascita del figlio, unica tutela alla maternità, ecc.
• Ampliamento della gamma dei prodotti detraibili dalla dichiarazione redditi

In questo periodo di crisi, inoltre, BusinessMum crede in una crescita intelligente volta a trasformare in un potente mezzo di sviluppo economico l’anomalia più vistosa del nostro modello economico e sociale: l’enorme capitale umano femminile inattivo. Siamo infatti certi che la riqualificazione delle donne inattive sia una delle chiavi di volta del riposizionamento italiano sul terreno della competitività economica e dell’innalzamento della qualità della vita sociale.
Riconoscere e valorizzare capacità e talenti oggi trascurati, ignorati e discriminati è il punto di partenza per la rinascita della nostra economia, perché grazie a ciò la società italiana si baserà su relazioni di genere più eque e su rapporti più efficaci e armoniosi fra vita personale e lavoro.
BusinessMum promuoverà quindi corsi di aggiornamento e formazione per le mamme disoccupate, fruibili anche online, a prezzi contenuti o (quando possibile) gratuiti.
Tutte queste attività hanno però dei costi, quindi BusinessMum si concentrerà molto sul fuond raising, soprattutto ora che il Ministero delle Pari Opportunità ha dovuto tagliare molti fondi a causa del momento storico che stiamo attraversando.

Quanto ha influito sull’idea la tua maternità? Ci avresti pensato altrimenti?
La maternità ha influito al 100%. È stato il motivo per cui tutto è nato.
Posso dire che con mia figlia è nata anche BusinessMum, anche se ha avuto una gestazione più lunga!
Se non avessi fatto l’incredibile viaggio della maternità non avrei capito molte cose che oggi mi sembrano banali e scontate: dalla fatica ed estremo impegno fisico e mentale della gravidanza, alle risorse temporali, economiche ed emotive necessarie per accudire un bambino.
Credo che le mamme e i papà siano dei piccoli eroi quotidiani molto sottovalutati: è a loro che viene demandata la responsabilità di dar vita e formare le generazioni future dalle quali dipende il nostro domani. Non solo in termini etici, ma soprattutto economici: le nuove generazioni aumentano ed orientano i consumi, tengono viva l’economia e forniscono nuova forza lavoro che vada a supportare le politiche di welfare a favore di anziani, indigenti ed ognuno di noi.
So che in un momento di crisi come questo molti aspetti di quest’ultima frase potrebbero essere visti come totalmente opinabili, ma il futuro è nelle mani dei nostri figli ed io voglio consegnare loro un domani migliore del mio presente.

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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