Quando l’emozione fa tremare il cuore

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di Caterina Della Torre

Intervista a Diana Lama, medicochirurgo e giallista doc.

Medico, napoletana verace, grande amante del genere giallo sin da bambina, buona e nuotatrice sempre a dieta e tanto altro.
Questa è Diana Lama, scrittrice di libri gialli rubata alla medicina. Abbiamo voluto intervistarla oltre che per la sua produzione letteraia precedente, per la partecipazione alla collettiva di scrittrici che si è raccolta attorno al libro “ Alle signore piace nero ” di Sperling e Kupfer.

Sei laureata in Medicina…la tua laurea l’hai messa nel cassetto per scrivere? O continui ad esercitare?
Sono specialista in Cardiochirurgia ma ho lasciato la sala operatoria da molti anni. Faccio l’ecocardiografista, sono un ricercatore universitario e professore di Epidemiologia geriatrica. Non escludo in futuro di appendere il camice al chiodo, ma non mi sono ancora decisa al grande passo.

Come è nata questa tua passione per i gialli? E la scrittura?
Ho iniziato a leggere gialli per adulti a otto anni di nascosto dai miei, ed è la passione della mia vita, insieme alla scrittura, anche se ho iniziato a scrivere da adulta. Prima ero pigra e timorosa, ho temporeggiato per molto tempo.

In cosa differiscono i gialli femminili da quelli maschili? Diciamo i gialli di un Carofiglio dai tuoi?
Non credo nella differenza tra scrittura maschile o femminile, cioè, mi spiego, esistono le due varietà, ma non è detto che a produrle debba essere un individuo dello stesso sesso. Ho letto cose belle e maschili scritte da una donna e viceversa. Carofiglio differisce da me in quanto il suo sottogenere è differente, lui usa un impianto che ha molto a che fare con la sua professione negli ambienti legali, io preferisco un genere suspance, o thriller psicologico.

Ci parli dei tuoi precedenti libri? Qual è il tuo preferito?
Come diciamo a Napoli “Ogni scarrafone è bello ‘a mamma sua” cioè ogni scarafaggio è bello per la sua mamma, amo entrambi i miei libri, ”Solo tra ragazze” e ”La sirena sotto le alghe”, entrambi editi da Piemme. Sono però molto differenti. ”Solo tra ragazze” è un suspance molto teso, sette donne arrivate al giro di boa dei quarant’anni che decidono di rincontrarsi per un week-end in una antica villa isolata nella campagna. Sono passati più di venti anni da quando erano compagne di scuola ed amiche, e quella stessa casa cela un segreto del loro passato. Inutile dire che qualcosa di brutto comincerà a succedere…E’ un’unità di spazio e tempo molto compatta, sette personaggi, un ambiente chiuso, la casa che ha una sua personalità e un’unità di tempo. Mi hanno detto che si legge tutto di un fiato. ”La sirena sotto le alghe” è differente: un’indagine in un paesino nel Cilento, il cadavere di una bella sconosciuta ritrovato sotto un mucchio di alghe, dilaniato da una mano feroce. C’è il paese, le tradizioni, gli usi e costumi, la cucina, i paesaggi. C’è il maresciallo Santomauro e la sua indagine, e i suoi aiutanti. C’è un’umanità ricca e variegata, i villeggianti napoletani, romani, milanesi, tra cui si nasconde l’assassino, e la gente del paese, che fa da sfondo e da contorno. E’ comunque un thriller, con altri delitti che si succedono e molta tensione, ma ti immerge in un mondo e in una realtà cui ci si affeziona. Sono piaciuti entrambi molto, Solo tra ragazze” è stato tradotto in Russia e ora in Francia, La sirena… è uscito da poco, si vedrà.

E di questa raccolta di racconti noir al femminile ‘Alle signore piace il nero’, che ne pensi? Gli approcci delle varie autrici sono differenti, ed in che cosa?
L’esperienza di questa antologia è stata molto piacevole per me. Siamo un bel gruppo di lavoro, e ormai di amicizia. Alcune delle compagne di merende le conoscevo già, altre sono state una gradevolissima scoperta. E’ stato molto bello leggere i vari racconti proprio perché attraverso di essi ho potuto studiare la variegata espressione della cattiveria, del male e del dolore creati da un gruppo di donne intelligenti e interessanti come le mie colleghe. Qualche racconto è ironico, qualche altro drammaticamente doloroso, qualcuno quasi scanzonato, e qualche altro quasi una cronaca nera, ma sono tutti belli. Mi sono divertita a scrivere il mio e a leggere i loro, anche se, a pensarci, di divertente c’era ben poco.

Quale è lo scrittore di gialli a cui fai riferimento?
Sono un lettore di gialli bulimico e insaziabile, faccio riferimento a tanti: Ruth Rendell, P. D.James, Elisabeth Gorge, Ed McBain, Thomas Harris, Mo Hayder, Jeffery Deaver, Doris Miles Disney, Fruttero & Lucentini, Giorgio Scerbanenco, tutti quelli che ho divorato nel tempo sperando di poter un giorno scrivere anche io.

Perchè nella letteratura oggigiorno c’è poco romanticismo/sentimentalismo e tanto noir? Anche i ragazzi leggono i Manga invece del Corriere dei Piccoli…
Ma io credo che anzi proprio nei gialli si possa ritrovare una buona vena di romanticismo. Penso ai primi di Elisabeth Gorge, per esempio, a qualche Ruth Rendell, A Mary Higgins Clark e a tanti altri autori, non solo donne, che nei loro romanzi mettono personaggi romantici e storie d’amore. Il giallo è oggi l’equivalente del romanzone d’avventura dell’ottocento, quello in cui c’era, appunto, l’avventura, l’amore, la tragedia, etc. Philip Marlowe è un personaggio romantico, come David Linley, o Sam Spade, o tanti altri.

Parliamo di Napoli, la tua città. Nel tuo racconto Per due voci sole parli di una Napoli in cui il bello e il brutto sono confusi e sovrapposti. E’ proprio così? E questo è il motivo peer cui la si ama?
Temo di si, a Napoli il confine tra il laido e lo splendido è sottile, a volte impalpabile, davvero ci sono zone della città in cui ci sono vetrine scintillanti e più in là, pochi metri ti separano dal degrado e dall’abbrutimento. Lo stesso per le persone. E’ una città ingannevole e pericolosa, se non la conosci, e se la conosci te ne innamori ma al tempo stesso non puoi fare ameno di detestarla proprio perché pensi a come potrebbe essere meravigliosa.

Il racconto, seppur breve, è denso di pathos…crescente…pensi potresti scriverne un romanzo più lungo?
Per due voci sole” è nato come un racconto e difficilmente credo ci rimetterei le mani per trasformarlo in un romanzo, però potrebbe esserlo, la protagonista forse meriterebbe di essere sviluppata con un respiro più ampio, la storia certo ci sarebbe. Chissà, non è detto. Amo molto i personaggi femminili delle mie storie e abbandonarli al loro destino di carta a volte mi dispiace un po’. Ci penserò.

Che libro ti porti in valigia? E che film preferisci?
Parto sempre con almeno cinque o sei libri, sono vorace e spesso leggo più libri in contemporanea, e non vorrei mai trovarmi a corto di letture, quindi abbondo anche se sto via solo un paio di giorni. Se dovessi scegliere su qualcosa da portare con me per sempre però non è un giallo, ma Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen. Subito dopo però Il silenzio degli innocenti di Thomas Harris. Poi avrei bisogno di un carrellino.

Preferisci il teatro o il cinema?
Sono appassionata anche di cinema, i mie preferiti in assoluto sono ”Quel che resta del giorno”, ”Lezioni di piano”, ”Il silenzio degli innocenti” (tanto per cambiare), ”A qualcuno piace caldo”,”The blues brothers”, ”Testimone d’accusa”, ”Quella sporca dozzina”, ”Il buono il brutto e il cattivo”, ”Seven”, ”Dal tramonto al’alba”, ”Via col vento”, ”Farhenait 451”, ”La donna della domenica”, ”Il gattopardo”, potrei continuare all’infinito ma mi fermo.
Preferisco il cinema al teatro perché il cinema riesco a possederlo, tramite cassette e dvd, e sono in grado di vedere e rivedere i miei preferiti, bloccare il fermo-immagine, tornare indietro, etc. Però il teatro mi piace molto, ho una predilezione per Shakespeare. Amo molto anche l’opera lirica, la Carmen sopra ogni cosa, poi Die Fiedermaus.

Dei tuoi hobby o vezzi?
Posso dire che sono una nuotatrice recente ma appassionata, nuoto tre volte a settimana, 80 vasche, anche delfino e ne ho bisogno come di una droga. Sono in dieta perenne, ho amato anche Il diario di Bridget Jones (libri e film) e I love shopping (solo libri, il film è inguardabile). Colleziono di tutto, comprese ricette di cucina che di rado metto in pratica, e teschi di tutti i materiali e dimensioni. Amo le serate tra donne, in cui con la complicità di un buono e corposo vino rosso d’annata si riescono a sciogliere le lingue e a cacciare fuori le anime vere che nascondiamo dietro gli strati di cerone che ci aiutano a tenere su il tutto (famiglia, lavoro, secondo lavoro, casa, etc)

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

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