Chi sei tu donna?

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di Caterina Della Torre

(calendario ”il capolavoro sei tu”)

E’ da un po’ che meditavo di scrivere qualcosa sulle donne forse proprio in connessione con l’arrivo immancabile della celebrazione dell’8 marzo. Celebrazione che è diventata commercialmente FESTA, perchè una festa si festeggia, con annessi e connessi, regali, incontri mondani, convegni, raduni di piazza, sconti nelle librerie, sconti nei supermercati, etc. Perchè sei donna e quindi ti devo festeggiare. Perchè sei donna? Da quando il mondo è mondo esistono le donne e gli uomini. Due mondi separati che però convivono da sempre, bene o male…Solitamente con l’abuso dei secondi sui primi per il semplice motivo che biologicamente erano e sono più forti.

Sono femminista, se questa parola vuol dire che voglio che i miei diritti vengano rispettati. Non sono femminista se mi chiedete se sono mai scesa in piazza. Ho sempre pensato che le mie idee le devo difendere giorno dopo giorno, accumulando consensi e non urlando per farmi valere.  Urlando e combattendo. Un’italiana gandiana? Non so, ditemi voi però se è possibile una pratica del genere in un paese dove tutti sono sempre contro tutti, non valutando mai le opinioni altrui per inclusione ma solo per esclusione.

E così non mi piace e soprattutto, oltre a non trovarlo etico, non lo trovo nemmeno congeniale o affine alla mia personalità ed al mio modo d’essere.

Siamo uscite/i da poco tempo (lo spero almeno) da una situazione politica interna che  paralizzava il volere di tutti, non cercando la soluzione, ma la vittoria sull’altro, per il bene di nessuno, se non del proprio interesse.

Questa situazione difficile ed incresciosa è sembrata concludersi con la nomina di un governo tecnico.

Ma non si sa se la situazione sia davvero risolta.

E noi donne che cosa abbiamo fatto? Ci siamo ”liberate” il 13 febbraio dell’anno scorso, proclamando  nelle piazze la nostra volontà di cambiare direzione, ma poi frantumandoci in tanti ”movimenti” distaccati dal progetto originario di unità.

Dols ha voluto sempre sentire la voce di tutte/i non perchè incapace di dire la sua, ma per voler lasciare invece uno spazio  aperto di espressione.

Ed ora cosa si trova davanti? Una struttura verticistica similmaschile che aggredisce le voci pià deboli escludendole.

Vuol dire che qualsiasi movimento per essere riconosciuto deve praticare la prevaricazione, assumendo di essere nel giusto?

E’ questo quello che volevi donna?

 

 

 

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Dols

Dols è sempre stato uno spazio per dialogare tra donne, ultimamente anche tra uomini e donne. Infatti da qualche anno alla voce delle collaboratrici si è unita anche quella degli omologhi maschi e ciò è servito e non rinchiudere le nostre conoscenze in un recinto chiuso. Quindi sotto la voce dols (la redazione di dols) troverete anche la mano e la voce degli uomini che collaborando con noi ci aiuterà a non essere autoreferenziali e ad aprire la nostra conoscenza di un mondo che è sempre più www, cioè women wide windows. I nomi delle collaboratrici e collaboratori non facenti parte della redazione sono evidenziati a fianco del titolo dell’articolo, così come il nome di colei e colui che ci ha inviato la segnalazione. La Redazione

4 commenti

  1. Enza Colotti on

    Un’italiana gandiana… fantastica espressione!
    Mi fa visualizzare una donna che agisce e mentre lo fa non sente il bisogno di urlare.
    Mi fa visualizzare la realizzazione dei suoi propositi con la pacatezza necessaria per non dispersione energia in inutili dispute.
    Il 13 febbraio dello scorso anno ci ha portate a proclamare nelle piazze la nostra volontà di cambiare direzione (bene!) e si sono creati nuovi movimenti distaccati dal progetto originario di unità (bene, e per certi versi pure utile!), ma ora grazie anche (se non specialmente) a questa ottima idea della rete delle reti ci stiamo ricomponendo come un puzzle.
    Ogni frammento è una parte della visione a 360° che dovremmo avere per la realizzazione del futuro-donna.
    Alla tua domanda: Vuol dire che qualsiasi movimento per essere riconosciuto deve praticare la prevaricazione, assumendo di essere nel giusto? hai risposto tu stessa (e mi trovi d’accordo) con l’espressione “italiana gandiana”: basta disperdere energie inutilmente (lottare per la prevaricazione), è tempo di agire per realizzare (fatti non urla!)
    Anni fa immaginavo che un giorno saremmo arrivate a formare il disegno nascosto nei tanti frammenti del puzzle (futuro-donna) sparpagliati nei vari movimenti… Che sia arrivato finalmente quel giorno?

  2. Cara Caterina,
    oggi mi sono resa conto che domani e’ l’8 marzo.Fino a qualche anno fa era una
    data che mi creava un’aspettativa in quanto lo si preparava ci si preparava.
    Non riesco a non provare nostalgia per gli anni dell’Udi, quando, oltre alla militanza quotidiana alle riunioni settimanali alle consultazioni ai congrssi locali e nazionali, c’era LA FESTA; quanti volantinaggi quanti incontri con donne in ospedali fabbriche e scuole,quante animate discussioni con le mie alunne e alunni,dei quali molti sono maturati come persone proprio grazie a quelle discussioni.
    Certo c’erano anche i girotondi,le marce ed i raduni in cui si gridavano slogan,a volte anche un po’ truci.Ma non mi pento di averli gridati od urlati in quegli anni 70 dove c’era tanta violenza.Bisognava non mandarla a dire e dirla con forza perche’ anche i sordi sentissero.
    Era mia amica Annabella Miscuglio ed il suo “Processo per Stupro” mi stravolse, ci furono i fattacci del Circeo dove quasi tutti quei criminali la fecero franca e poi almeno uno di lori si e’ espresso allo stesso modo anche in tempi recenti. Era necessario urlare allora; e cosi’ forse si comincio’ a dibattere e vincemmo alcune battaglie.
    Oggi mi sembra che la violenza verso le donne si manifesti con grande ferocia;basta leggere le cronache degli ultimi mesi; le ragazze sono forse piu’ consapevoli di quelle degli anni 70,ma spesso scambiano il femminismo per
    l’affermazione di discutibilissimi diritti o pseudo tali,o per rendere leciti certi loro comportamenti mutuati dal mondo maschile che nulla hanno a che vedere con l’essere donna.Nel mondo del lavoro poi la discriminazione verso le donne e’ pressocche’ rimasta immutata. E……………………………
    allora che ben vengano altri cortei,altre parole urlate se essi serviranno a riaprire un dibattito che sembra sopito;molte,tante sono le istanze ancora irrisolte che riguardano i diritti delle donne. E se alcune celebreranno la ricorrenza sbevazzando in pizzeria forse mi immalinconira’….ma io la passero’ a ca sa mia con mio marito (costretto in verita’) e con i mariti di diverse ex alunne che ho invitato da me per una specie di autocoscienza di gruppo.Ci sara’ tanta mimosa.
    WWWWWWWWWW L’* MARZO!

    • Dols

      Cara Anna. io temo invece che la lotta ”armata” serva poco. Solo a creare un muro ancora più ostile…Forse un po’ di maieutica socratica non farebbe male….

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