La morte come cambiamento di stato

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Come fare ad elaborare un lutto dopo una vita vissuta insieme

D.

Mi chiamo Vittorio e da quando è mancata nel mese di luglio la mia adorata moglie Graziella vivo nella disperazione e nel dolore. Un improvviso male incurabile si è portato via in poco tempo tutto quanto amavo nella vita e dopo tanti anni che eravamo assieme quasi 50 non riesco a capacitarmi di quanto avvenuto. Vivo solo in una grande casa dove ogni cosa,ogni situazione mi parla di lei e dei felici momenti vissuti assieme. Vivo giorno per giorno in una depressione che non mi abbandona mai neanche quando cerco di distrarmi con qualche lavoretto in giardino o esco a mescolarmi con la gente in paese o nei super mercati. Sono credente ma nella fede non trovo conforto anzi a volte mi rivolgo a Dio chiedendogli il perché di questa tragedia che mi ha colpito e quale male abbiamo fatto per essere così duramente colpiti. Parenti e amici mi dicono di farmi coraggio che col tempo troverò un pò di pace ma più passano i giorni e maggiore è la mia disperazione. Scrivo queste poche righe per trovare un piccolo sfogo e se anche non avranno risposta non importa saranno servite a togliere dieci minuti alle ore del dolore. Vittorio.

R.

Gentile Vittorio

ho letto la tua mail con l’attenzione necessaria a cogliere quanto intenso sia il tuo amore per Graziella; credo fermamente che quando, negli anni, si costruisce un rapporto così forte e nato nell’amore, indipendentemente dalla dimensione in cui ci si trova, questo legame continui e non abbia fine con la morte fisica.

Una vita insieme…sei stato fortunato Vittorio, la sorte non ti ha negato la possibilità che non regala a tutti, di stare accanto a chi ha condiviso con te felicità per quasi 50 anni…

Pensa solo per un attimo a quanti e sono tanti, questo dono del destino non l’hanno avuto perché hanno perduto figli o compagni o genitori che precocemente sono andati via…

La vita non ci distribuisce quasi mai quello che ci aspettiamo da lei…non c’è, in molti casi, armonia tra quello che abbiamo e quello che vorremmo ricevere dalla sorte, ma dobbiamo capire, gustare o affrontare quello che arriva ogni giorno e come nel tuo caso, quella bellezza di rapporto, quell’amore e quella serenità delle quali per lunghi anni, abbiamo goduto.

Anche i ricordi fanno parte integrante del nostro quotidiano, sono solo nostri e se ne sappiamo fare un buon uso ci possono essere d’aiuto a continuare a vivere senza distruggerci dal dolore.

Non dimenticare Vittorio che in molte culture, la morte è solo un cambio di stato e chi se ne va, anche se non è fisicamente vicino a chi resta, non abbandona mai chi ha amato.

Potrà essere una consolazione non verificabile, ma certamente la forza del tuo sentimento per Graziella ti sarà di grande aiuto se la sentirai comunque vicina nel quotidiano, dando pace alla tua inquietudine.

 

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Profilo Autore

Maria Cristina Paselli lifecoach

Specializzata in Scienze d’Azienda, Gestione di Risorse Umane, lavora da tempo nei settori dell’Alta Formazione per Manager, nel Coaching, nella Comunicazione Positiva, Marketing, Creazione di Team Leader, Immagine Personale, Leadership Aziendale e nella Selezione di Personale Hight Level. Collabora con Province e Regioni per Corsi di Avvio e Formazione all’ Imprenditoria . Consulente di Aziende Private ed Enti Pubblici per Attività di Organizzazione, Management, Aggiornamento professionale, Progettazione, Formazione sul Lavoro ed Orientamento. Ha pubblicato testi sulla Formazione, l’Inserimento e il Ricollocamento di donne, adolescenti difficili, adulti e categorie ritenute socialmente deboli. Ha realizzato la sceneggiatura di Performance teatrali al termine di Corsi di Autostima. Ha progettato e diretto Programmi di Prevenzione e Mantenimento del Benessere Psicofisico in Centri di Cura, collaborando con specialisti e terapisti orientali, sia in Veneto che in Toscana.

2 commenti

  1. Graziamaria Pellecchia on

    La vita non torna indietro…non è iniziata e non finirà con noi, noi siamo solo uno dei tanti anelli della sua catena, ma proprio per questo, se cediamo, non diamo la possibilità ad altri, di cui noi siamo il supporto, di continuare ed essere anelli per altri ancora… Tutte le volte che un lutto ha rischiato di perdermi, mi sono messa in ascolto, cercando di raccogliere l’anello lasciato cadere dalla persona andata altrove, e continuando a fare per lei quello che lei stessa avrebbe voluto fare, se avesse avuto più tempo per fermarsi qui…Certe volte mi è sembrato quasi che mia madre e mio padre, o il mio più caro amico di lavoro… mi approvassero e fossero felici di vedere che, anche se non c’erano più, qualcuno continuava l’adozione a distanza, la cura del giardino, teneva in ordine la biblioteca di casa…incontrava alcuni amici comuni… e lui o lei, per i primi tempi erano li’, insieme, poi, mentre il ricordo dei visi e delle voci si affievoliva il vissuto insieme prendeva sempre più una sua vita indipendente, diventava trasmissione di valori, di momenti felici, di base su cui costruire altri anelli. E anche se solo pensarci, come ora succede mi commuove, e devo fermarmi a pulire gli occhiali se voglio finire questo post, il vuoto non è un buco nero che tutto inghiotte, ma un dolce pensiero grato: chissà, caso mai da qualche parte ci si potrebbe incontrare, e io gli dirò che…

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